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Peggio il burocrate dell’evasore, lo dice la cgia di mestre

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di REDAZIONE

Se l’evasione fiscale costa allo Stato oltre 110 miliardi l’anno, l’inefficienza dello Stato sotto forma di burocrazia inutile e ritardi nei pagamenti costa almeno 200 miliardi. A metterlo in luce è uno studio ella Cgia di Mestre, la confederazione generale italiana degli artigiani. Numeri alla mano, secondo la CGIA, l’evasione fiscale presente in Italia è stimata in circa 110 miliardi di euro all’anno, un importo elevato che, comunque, appare decisamente inferiore agli oneri che i cittadini e le imprese subiscono in virtù degli sprechi, degli sperperi e delle inefficienze presenti nella nostra P.A., che ammonterebbero a oltre 200 miliardi all’anno, una dimensione economica quasi doppia rispetto all‘evasione. Sarebbe però sbagliato generalizzare, prosegue la Cgia, e non riconoscere anche i livelli di eccellenza che caratterizzano molti settori della nostra P.A., come ad esempio la sanità, l’istruzione, la ricerca.

ECCO UN ESEMPIO FRESCO FRESCO

Le principali inefficienze

Tra le principali inefficienze e sprechi dell’amministrazione pubblica, l’Ufficio studi della Cgia elenca, tra gli altri, il costo annuo sostenuto dalle imprese per la gestione dei rapporti con la burocrazia, pari a 57 miliardi di euro (fonte: The European House Ambrosetti); i debiti commerciali ai fornitori per 53 miliardi (fonte: Banca d’Italia); il deficit logistico-infrastrutturale di 40 miliardi all’anno (fonte: Mit); 24 miliardi di spesa pubblica in eccesso che non ci consentono di abbassare la pressione fiscale alla media Ue (fonte: Discussion paper 23 Commissione europea).

Quindi, per l’associazione artigiani “nonostante ci sia tanta evasione, una P.A. poco efficiente causa ai privati dei danni economici molto superiori”. Una conclusione “per nulla scontata, visto che una buona parte dell’opinione pubblica ha una forte sensibilità verso il tema dell’evasione, ritenendo meno allarmanti gli effetti degli sprechi, degli sperperi e delle inefficienze della nostra macchina pubblica”. Sgombrando il campo da qualsiasi equivoco , precisa il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia  Paolo Zabeo, “l’evasione non va giustificata e dobbiamo contrastarla ovunque essa si annidi, sia che riguardi i piccoli che i grandi evasori.

Se, infatti, portassimo alla luce una buona parte delle risorse sottratte illecitamente all’erario, la nostra P.A. avrebbe più soldi, funzionerebbe meglio e, probabilmente, si creerebbero le condizioni per alleggerire il carico fiscale. Oltre a ciò, è altrettanto indispensabile intervenire per ridurre sensibilmente gli sprechi che gravano sulla spesa dello Stato e per aumentare la produttività del lavoro nel pubblico. L’Italia ne trarrebbe un grande beneficio e, molto probabilmente, l’evasione e la pressione fiscale sarebbero più contenute”.

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