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Referendum: scatenata la guerra fra barcellona e madrid. in veneto aspettiamo godot (zaia)…

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di GIANLUCA MARCHI

veneto-catalognaBarcellona ha dunque lanciato il guanto di sfida a Madrid e il governo nazionale spagnolo, come previsto, sta compiendo tutte le mosse per bloccare il referendum catalano (ma piĆ¹ corretto sarebbe chiamarlo consultazione sovranista) che Artur Mas, con la firma ufficiale di sabato, ha convocato per il 9 novembre prossimo. Dopo il parere favorevole al ricorso da parte del Consiglio di Stato, ieri il governo presieduto da Mariano Rajoy s’ĆØ riunito in seduta straordinaria per approvare il testo del ricorso contro la decisione di Mas in quanto ritenuta incostituzionale. A sua volta il Tribunal Costitucional si riunirĆ  oggi, o al massimo domani mattina, per decidere sull’ammissibilitĆ  del ricorso governativo. Se la decisione sarĆ , come prevedibile, di ammissibilitĆ , il decreto catalanoĀ di convocazione delle urneĀ dovrĆ  ritenersi immediatamente sospeso. La Generalitat catalana avrĆ  la facoltĆ  di chiedereĀ la revoca immediata della sospensione, ma a sua volta il TC avrĆ  tempo cinque mesi per decidere sulla costituzionalitĆ  del decreto firmato da Mas, eĀ al termine dei suddetti cinque mesi potrĆ Ā stabilire un altro termine entro il quale comunicare la propria decisione.

Insomma, Barcellona e i partiti indipendentisti catalani non hanno titubato un solo attimo sulla strada intrapresa che ha un significatoĀ politico dirompente, e per tutta risposta Madrid sta mettendo in campo tutta l’architettura legale e giuridica per bloccare la volontĆ  della Catalunya di andare al voto. Non si pensi, tuttavia, che la risposta di Rajoy e del suo governo sia meramente da azzeccagarbugli: Madrid fa ricorso a tutte le norme giuridiche perchĆ© ha la volontĆ  politica di impedire ai catalani di decidere sul loro futuro, sapendo benissimo che se quel voto dovesse avvenire per la Spagna nulla potrĆ  essere piĆ¹ come prima. Anzi, peggio ancora: Soraya Saenz de Santamaria, numero due del governo, in una conferenza stampa ha dichiarato che “spetta a tutti gli spagnoli decidere cosā€™Ć© la Spagna e come si organizza, nessuno ĆØĀ al di sopra della sovranitaā€™ del popolo spagnolo”. Forse, non s’ĆØ accorta che in Scozia, sul destino della Gran Bretagna, hanno votato solo gli scozzesi!

Dando per scontato che il Tribunal Costitucional bloccherĆ  lo svolgimento del referendum, la domanda legittima fin da oggi ĆØ: cosa faranno a quel punto il governo e il parlamento catalani? Si adegueranno, aspettando il verdetto di merito del TC oppure procederanno come un trattore per svolgere la consultazione del 9 novembre? E se cosƬ dovesse essere, Madrid cosa metterĆ  in campo per impedire il voto, forse i carri armati come aveva ventilato qualche esponente politico unionista qualche mese orsono? Potete immaginareĀ che l’escalation innescatasi fra Barcellona e Madrid potrebbe portare a conseguenze difficilmente immaginabili. Ognuno sta facendo la sua guerra di posizione, ma ĆØ auspicabile che prima o poi si passi al negoziatoĀ fra le partiĀ con l’intento diĀ individuare una via di uscita condivisa.

Noi indipendentisti non possiamo che essere da una parte sola, quella di chi vuoleĀ dare ai catalani la facoltĆ  di decidere sul proprio futuro. Ogni tentativo opposto, ancorchĆ© giustificato dalle norme costituzionali, ĆØ da considerarsi un sopruso al sacrosanto principio del diritto all’autodeterminazione.

IlĀ MiglioVerde insiste tanto sul caso della Catalunya perchĆ©, a differenza di quello scozzese, esso ĆØ molto simile alla situazione che si sta determinando in Veneto, dove il Consiglio regionale a luglio ha approvato la legge per lo svolgimento del referendum consultivo sull’indipendenza e ad agosto il governo Renzi ha presentatoĀ ricorso alla Corte costituzionale. Al di lĆ  delle sfumature giuridiche, Roma non vuole far votare il VenetoĀ perchĆ© quel referendum, pur senza potere vincolante, avrebbe un significato politico dirompente soprattutto se i veneti dovessero dire si all’indipendenza.

Certo, va sottolineato che qui da noi tutto avviene in un clima molto piĆ¹Ā cloroformizzato rispetto alla Spagna, dove del caso Catalunya ormai sta parlando tutta Europa. Un clima addormentato anche perchĆ©, dopo l’approvazione della legge a luglio, le istituzioni venete – il governatore, la Giunta e il Consiglio stesso – si sono ben guardate dal pigiareĀ il piede sul pedale dell’acceleratore. Non ĆØ stata fatta nemmeno un’ipotesi sulla data del referendum e neppureĀ si ĆØ dato spinta alla raccolta delle contribuzioni private per finanziare la consultazione: la legge ĆØ lĆ  come una bella statuina, ma nessuno sembra curarsene piĆ¹ di tanto. In Catalunya Mas, nonostante fosse rincorso da voci che, per difficoltĆ  politiche e personali, lo volevano titubante sulla necessitĆ  di insistereĀ fino in fondo col 9 novembre, alla prova dei fatti non si ĆØ tirato indietro, forse anche perchĆ© s’ĆØ convinto che ogni indecisione avrebbe segnato la sua fine politica. In Veneto, invece, stiamo ancora aspettando… godot, alias Luca Zaia, affinchĆ© prenda in mano il pallino con decisione per giocare fino in fondo la partita volta a dare ai veneti il diritto di decidere delĀ proprio futuro. Ā ArriverĆ  mai l’agognato giorno?

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1 COMMENT

  1. ma in veneto stiamo aspettando che Zaia pigi il piede sull’acceleratore, in Lombardia cosa stiamo aspettando? maroni, ma perchĆØ sei li? perchĆØ non sei ai caraibi a vender motoscafi, a Tahiti a coltivar perle, a bruxelles a produrre cioccolatini, a canicattƬ a far il finto invalido?

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