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Vi spieghiamo chi guadagna e chi perde dalla stampa di denaro

Da leggere

DOLLARIdi JÖRG GUIDO HÜLSMANN*

Qualsiasi riflessione seria sul tema in analisi deve tenere fortemente in considerazione che la produzione di denaro non porta a cambiamenti uniformi e simultanei. Un aumento dell’offerta di moneta tende a causare un aumento del livello dei prezzi monetari, ma i singoli prezzi cambiano in diversi punti nel tempo e ognuno in misura diversa (es. effetto Cantillon).

Di conseguenza la produzione di denaro crea vincitori e perdenti. I vincitori sono coloro che possono utilizzare per primi la nuova moneta, perché in questo punto nel tempo i prezzi monetari degli altri beni sono ancora relativamente bassi. A causa di queste spese, i prezzi e i redditi aumentano gradualmente e in questo modo la nuova moneta si diffonde nell’economia più ampia.

I perdenti in questo processo sono quelli che la ricevono solo più tardi — o per niente. Questo perché sono già costretti a pagare prezzi più elevati, venuti in essere dall’aumento della spesa monetaria di coloro che hanno ricevuto la nuova moneta per primi.

A rigor di termini, questo effetto distributivo è indipendente dalla questione se il denaro di nuova creazione sia stato effettivamente speso e se tale spesa andrà a costituire eventuali modifiche dei prezzi. Ad esempio, negli ultimi cinque anni la FED ha ripetutamente aumentato la base monetaria, mentre l’impatto sul livello dei prezzi è rimasto piuttosto moderato.

Tuttavia questo aumento della base monetaria ha rappresentato una grande ridistribuzione, perché alcuni attori di mercato hanno ricevuto grandi quantità di un tipo di denaro qualitativamente migliore (base monetaria), mentre l’offerta complessiva di denaro (compresi i mezzi fiduciari creati dalle banche commerciali) e il livello dei prezzi, è rimasto relativamente stabile.

Per analogia, si pensi al croupier in un casinò che proprio all’inizio di una partita di poker dà alcuni assi ad uno dei giocatori. Il gioco non è ancora cominciato, e nonostante tutti i giocatori abbiano lo stesso numero di carte, c’è un giocatore che è già in vantaggio.

Abbiamo la stessa situazione qui. L’offerta complessiva di denaro non è stata aumentata e quindi il livello dei prezzi non è ancora aumentato, ma alcuni attori di mercato hanno migliorato, in termini relativi, la loro posizione.

Gli effetti distributivi della produzione di denaro esistono in ogni ordine monetario. Tuttavia, nel caso di un ordine naturale a base d’argento e oro, l’impatto distributivo della produzione di denaro è fortemente limitato, perché tale produzione è molto limitata a causa dei suoi costi elevati.

La situazione è completamente diversa nel nostro sistema monetario fiat. La produzione di denaro è spinta ben oltre il livello che raggiungerebbe in un libero mercato. Di conseguenza provoca una ridistribuzione del reddito e della ricchezza ben oltre quella che ci si aspetterebbe in un libero mercato.

Alcuni economisti non sono d’accordo e sostengono quanto segue: nei nostri sistemi monetari contemporanei, il denaro viene prodotto sotto forma di credito. Le banche centrali e le banche commerciali non estraggono soldi dalla terra e li spendono; creano denaro creando credito. In questo caso non fa differenza chi riceverà per primo la nuova moneta, il beneficiario è tanto ricco quanto lo era prima. Dopo tutto, la nuova moneta è stata prestata, non data.

Anzi la ricchezza lorda del beneficiario aumenta, ma i suoi debiti ora salgono nella stessa misura. Ad esempio, se Jones accende un prestito da un milione di dollari per comprare una casa, la sua ricchezza netta non aumenterà di un centesimo. E’ vero che la sua ricchezza lorda è ora maggiore, ma i suoi debiti sono aumentati di un milione.

Fin qui tutto bene. Tuttavia, anche se prestiamo la dovuta attenzione alla differenza tra ricchezza lorda e netta, rimane il fatto che non fa differenza se Jones ottiene la casa grazie alla creazione di moneta. La differenza è che Jones ora vive nella casa, la quale, senza la creazione di moneta, sarebbe stata venduta a qualcun altro ad un prezzo inferiore. Ora può vivere lì con la sua famiglia.

Se guardiamo al finanziamento delle imprese, l’impatto è ancora maggiore. Anche in questo caso è vero che la creazione di moneta non porta necessariamente a modifiche delle fortune nette dell’azienda, ma influenza il tipo di prodotti che oggi entrano nel mercato.

Prestiti ad un produttore di scarpe da uomo gli permetteranno di realizzare i suoi progetti. Grazie al prestito potrà pagare salari più elevati e permettersi prezzi più elevati per la pelle rispetto, ad esempio, ai produttori di borse da donna. La produzione di calzature si espanderà mentre la produzione di borse ristagnerà o si restringerà. Gli amanti delle scarpe avranno a disposizione una produzione maggiore a differenza degli amanti delle borse.

Quindi la nostra conclusione è confermata: la produzione di denaro colpisce sempre la distribuzione dei redditi reali. Coloro che utilizzano per primi il denaro di nuova creazione vincono, gli ultimi perdono.

*Questo articolo è tratto dal Capitolo 11 del libro, The Fed at 100: A Critical View on the Federal Reserve System.

Traduzione di francescosimoncelli.blogspot.com/

COMMENTO

Il veleno insito nella stampante monetaria in mano ad un politburo di burocrati è quanto di più pericoloso si possa immaginare in campo economico. Se date un’occhiata ai principali paesi del mondo, scoprirete che in un modo o nell’altro le loro banche centrali si sono impegnate in un qualche programma d’allentamento monetario e relativo acquisto di bond o altri asset. Una volta che si è intervenuti nei mercati non c’è più possibilità di tornare indietro, e se si vuole mantenere in piedi la struttura clientelare che si è venuta a creare gli interventi centrali devono farsi più accentuati ed insistenti. Tenendo i tassi d’interesse artificialmente bassi, le banche centrali hanno impossibilitato il mercato ad avviare un percorso auto-pulente da tutti quegli errori economici commessi durante i periodi d’esuberanza. Ciò significa tenere in vita degli zombi, attori economici e imprese, in grado di erodere progressivamente la linfa vitale del tessuto economico: i risparmi reali. Di conseguenza viene permesso di sopravvivere ad entità insolventi che continuano a rifornire il mercato di beni che nessuno vuole. Un esempio lo possiamo ritrovare nel recente boom dell’olio di scisto. Diminuendo artificialmente i costi di finanziamento e scatenando una caccia per rendimenti decenti, la FED sta permettendo ad alcune aziende che operano in questo campo di continuare a vivere alimentando quella stessa offerta che ora sta facendo calare il prezzo e che le sta uccidendo dal punto di vista finanziario. In sintesi, abbassando il costo dei finanziamenti il QE ha abbassato artificialmente il rischio di default. Potete visualizzare questo processo cliccando su questa immagine. Quando si dice… “conseguenze non volute”.

 

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