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Promesse elettorali, come sempre i conti non torneranno

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di MATTEO CORSINI Quando i programmi elettorali sono declinati in numeri di finanza pubblica, ci si rende (ulteriormente) conto di quanto sia ampia la distanza tra le promesse e il verosimile. Gianni Trovati sul Sole 24Ore ha riassunto a grandi linee i numeri che emergono dai programmi dei partiti (a volte ancora in corso di definizione, ma credo che non faccia una differenza enorme), e in tutti i casi le proiezioni sull’andamento del debito in rapporto al Pil non tornano. Partiamo dal PD. “Per tradurla in numeri, il programma in via di limatura non dovrebbe contemplare direttamente il «ritorno a Maastricht», cioè il deficit appena sotto al 3% del Pil lanciato dal libro di Matteo Renzi. Le cifre intorno a cui si ragiona parlano di un sentiero ancorato ai numeri previsti per quest’anno: un avanzo primario (il risparmio prima degli interessi) intorno al 2% del Pil, che grazie a una crescita stabile al ritmo dell’1,5% dovrebbe far tornare il debito a pareggiare il Pil
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2 COMMENTS

  1. La politica va presa per quello che è.
    Un inganno continuo che serve solo a complicare la vita della gente.
    In questo dibattersi di partitanti mentitori ed ipocriti c’è da divertirsi.
    Non meritano rispetto, naturalmente.
    Ma ogni tanto mi ci faccio alcune sonore risate.
    Tanto io non li voto.

  2. A volte vedo gente che perde tempo a fare calcoli (sempre di parte) su quanto ci costerebbero le promesse elettorali ma nel calcolo non mettono mai quanto lo Stato incasserebbe di più abbassando la pressione fiscale, per effetto della crescita dei consumi e della occupazione, o quanto lo Stato taglierebbe di spesa pubblica inutile.
    Tralasciamo le promesse di noti contaballisti come Berlusconi e Renzi (stiamo ancora aspettando la riduzione delle tasse promessa nel 1994….), quindi l’analisi può e deve rimanere sulle promesse di Salvini e del M5S.
    Un punto non viene mai commentato: la situazione attuale (pressione fiscale e previdenziale al 70%, Unione Europea, Euro) è insostenibile e solo un idiota proverebbe a continuare con una procedura errata sperando che prima o poi funzioni, quindi non ci rimane che esplorare nuove strade, la riduzione massiccia della tasse, la flat tax, l’uscita dall’Unione Europea e dall’Euro, poi i diversamente intelligenti sosterranno che non si può fare, che si starebbe peggio, se stare peggio vuol dire stare come la Svizzera (poco Stato, bassa pressione fiscale, fuori dalla Ue e dall’Euro) allora evviva il peggio….

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