di AURELIO MUSTACCIUOLI
C'era una volta un mondo dove uomini e donne vivevano liberi. Non tutti amavano esserlo, e molti cercavano di rendere gli altri schiavi. Ma tutto sommato la maggior parte delle persone poteva cercare di realizzare i propri sogni. Potevano creare cose, viaggiare, avere amici, cooperare con altri uomini e donne, amarsi.
La vita non era sempre facile, a volte uomini uccidevano altri uomini, a volte i loro progetti fallivano, a volte perdevano la loro vita cercando di fare quello che amavano. E c'erano incidenti, e arrivavano epidemie e calamità.
Ma riuscivano sempre a riprendersi e a ritrovare l'ottimismo.
Poi un giorno arrivò una nuova malattia. Non sembrava estremamente pericolosa, ma accidenti faceva paura, qualcuno poteva morire.
Ma, diamine, c'era stato di peggio, epidemie cattivissime che uccidevano quasi tutti quelli che venivano colpiti. E lo avevano sempre superato. Come? Prendendo le massime precauzioni e rimuovendo dalla loro mente il rischi
La storia ci insegna che le economie di guerra privilegiano temporaneamente la salvezza della vita rispetto alle libertà formali. Passata l’emergenza, c’è il rischio che queste non ci vengano, in tuto o in parte, restituite. E siccome dalle nostre parti guerre non ce ne sono, gli amorevoli pianificatori delle nostre vite se ne sono costruita una facile facile: la guerra al coronavirus.
Questa del coronavirus è una favoletta per bambini scemi. Non ci vuole Einstein a capire che dietro a tutto questo ci sono menti diaboliche che vogliono creare disastri.
Ma purtroppo gli intelligenti sono pochi. Sono molto di più gli stupidi e i boccaloni che cantano sui balconi e dicono che si deve stare a casa. Poveri fessi, vedrete, vedrete….
Stanno mandando il mondo intero allo sfascio, questa non è dittatura, è molto peggio.