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Veneto indipendente: chi sono i quisling?

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di ENZO TRENTIN Il collaborazionismo è un fenomeno sociale e politico connesso alle vicende di governo di un paese occupato da una potenza straniera, che vi organizza una classe dirigente totalmente asservita agli interessi degli occupanti. È sempre esistito, ed ha sempre avuto una valenza negativa. Esso consiste nell'organizzazione di una struttura di controllo sociale, in modo da creare un collegamento tra la potenza occupante e la popolazione assoggettata. Nell'esperienza storica europea le vicende più importanti che videro la nascita di Stati fantoccio collaborazionisti si ebbero durante la seconda guerra mondiale. Il Terzo Reich, ad esempio, instaurò in buona parte dei territori occupati governi asserviti ai propri voleri (in altri persistette invece un'amministrazione militare); tra questi la Francia (a partire dal 1942, con l'Operazione Anton che invase la Repubblica di Vichy, la Repubblica Sociale Italiana con sede a Salò, la Norvegia di Vidkun Quisling e il governo
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4 COMMENTS

  1. Bravo Enzo Trentin!
    E’ riuscito in poche righe fare una analisi chiara e profonda della situazione veneta che spiega i motivi per cui dopo 20 anni di movimenti e partiti autonomisti/indipendentisti siamo ancora fermi al palo.
    L’unico serio passo in avanti significativo è stato compiuto dal consigliere Valdegamberi, ex assessore democristiano UDC al sociale nemico della cultura veneta, venne fulminato sulla strada di roma (dal solito napoletano che gli soffiò il posto da parlamentare) e, novello San Paolo, imbracciò la fede indipendentista presentando il PdL Sul referendum.
    Dubito fortemente di vedere risultati a breve, vista l’ignavia dei veneti e la potenza e astuzia del regime italo-NATO. E necessario ripartire da altri presupposti evitando la “scorciatoia” dei partii e delle (prossime) elezioni e lavorare invece per accrescere la base di veneti indipendentisti attivi nella società civile e localnente.
    Il correre dietro a ogni elezione è fiato sprecato e risorse disperse invece che “diffondere il verbo”

  2. L’aspetto comico e ridicolo oltre che patetico sta nel fatto che oltre ai quisling ci sono in misura infinitamente superiore e soprattutto tra i cacciatori dei cosiddetti “quisling” quelli che noi veneti definiamo “va vanti ti che a mi me vien da ridar”. Traduciamo: quei signori pronti a salire sul carro del vincitore e sputare a chi qualcosa ha fatto…. Con tutti i limiti… Ma almeno ha fatto. Ci sono in circolazione nomi di ultra indipendentisti che francamente fanno ridere scavando nel loro recente passato. Poi ci sono i finti indipendentisti, eroici, combattenti impavidi che con le loro gesta hanno riempito…le osterie! La cultura italiana ha colpito in profondità anche il veneto! È particolarmente evidente nel numero di gran parte di questi novelli Bragadin!

  3. Credo che il minimo, per i vari Quisling nostrani, sia prevedere l’impossibilità di ricevere la cittadinanza del futuro Stato indipendente. Amano tanto l’Italia? Che vadano a vivere in Italia, in mezzo a mandolini, pizza e baffi neri (scherzo), in mezzo a mafiosi e politici corrotti (sono serio), cosa vogliono da noi?

  4. Io continuo a dire e pensare che una grande “Unione Marciana” potrebbe essere lo strumento più Saggio e costruttivo da mettere in campo e che in futuro garantirebbe (se tutti uniti) la Vittoria di noi Indipendentisti. Oggi, infatti, la diaspora Veneta la si può toccare con mano, una lista infinita di movimenti, partiti, comitati, tutti più o meno affaccendati per il bene comune delle Terre di San Marco.

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