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Abbattere le statue di lee e colombo? allora abbattete anche il colosseo

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di MATTEO CORSINI

Nell’ambito della caccia alle statue che impazza negli Stati Uniti in questi giorni, apprendo dall’ANSA che non solo rischiano la rimozione quelle sudiste erette in onore di personaggi come il generale Lee, ma anche quella di Cristoforo Colombo posta di fronte all’ingresso di Central Park a New York.

Il sindaco Bill de Blasio, che evidentemente vuole (stra)vincere la gara del politically correct, ha ordinato a una commissione appositamente nominata di stabilire, entro 90 giorni, quali statue e monumenti possano “istigare all’odio, alla divisione o al razzismo e all’antisemitismo”. Come sempre, gli eccessi di politically correct finiscono per censurare ogni forma di manifestazione del pensiero non allineato. Generalmente chi mette in dubbio i dogmi del politicamente corretto viene immediatamente etichettato come sostenitore di coloro ai quali vorrebbe essere negato di manifestare il loro pensiero, ancorché lo facciano senza aggredire nessuno.

Ovviamente le cose non stanno così. Per un libertario vale il principio di non aggressione, per cui se uno o più individui non iniziano un’aggressione ad altri o alle altrui proprietà, non si dovrebbe impedire loro di esprimere il loro punto di vista, per quanto lo si ritenga sgradevole. Nel caso degli Stati Uniti, tra l’altro, basterebbe che i sacerdoti del politically correct evitassero di storpiare il Primo Emendamento, ma appare evidente che la Costituzione (e a scrivere è uno che, sulle costituzioni in generale, la pensa come Spooner) a costoro interessa solo se serve a confermare il loro punto di vista.

Posto che le statue in questione potrebbero essere privatizzate ed esposte in terreni di proprietà privata (anche se temo che i fautori del politically correct non accetterebbero neppure questo), credo che se si valutassero tutti i monumenti in conformità ai canoni prescritti da de Blasio le ruspe finirebbero per demolire mezza New York.

Lo stesso, ovviamente, varrebbe anche per i monumenti delle altre città in giro per il mondo. Per fare solo una manciata di esempi, in Italia non vedo perché non si dovrebbe demolire il Colosseo, considerando che gli schiavi erano mandati a combattere a morte tra di loro o contro belve feroci. Le piramidi in Egitto dovrebbero essere rase al suolo, mentre il Louvre a Parigi dovrebbe essere svuotato, considerando che molte opere esposte non sono state oggetto di donazioni volontarie.

Ovviamente potrei proseguire a lungo. Ma è meglio di no: non credo ne valga la pena.

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6 COMMENTS

  1. Senza considerare che Lee fu, tra i pochi di quella orrenda carneficina che fu la guerra di secessione americana, un vero gentiluomo. Si vide costretto a intervenire dopo la secessione della Virginia, uno degli ultimi stati del Sud a prendere tale decisione. In precedenza aveva rifiutato l’offerta del comando delle armate unioniste fattagli da Lincoln. Se fosse vero che la guerra di secessione fu combattuta per la questione della schiavitù che senso avrebbe avuto per il “buono” Lincoln offrire un comando militare ad un “cattivo schiavista” come Lee. Il quale, tra l’altro, propose di arruolare gli schiavi nell’esercito confederato offrendo loro la libertà. Proposta che non fu attuata solo per le difficoltà pratiche di addestramento e la fine della guerra. La storia la scrivono i vincitori e una delle vittime della guerra è la verità.

  2. questa idea di abbattere statue o iscrizioni che al momento danno fastidio a qualcuno è veramente da incivili, come se si volesse cancellare la storia che si è sedimentata nei secoli facendone sparire le tracce visive… anzi, io proprio per non dimenticare le conserverei, semmai mettendole al riparo da furie iconoclastiche…
    A Budapest quello che alla gente dava troppo fastidio vederselo in giro dopo la repressione comunista, lo hanno collocato in un possiamo chiamarlo cimitero di pietra, fuori dal centro ovviamente…così se si vuole si va a visitarlo… statue, iscrizioni, con spiega di chi dove e quando erano state collocate… e a volte di notevole pregio artistico. L’ho trovata una cosa molto interessante…
    Se pensiamo che la storia debba andare a finire solo sui libri che si rifanno si e no a racconti di testimoni, dovremmo anche abolire per legge l’archeologia.. nonché gli archivi di stato…in una parola, il sapere, ad esclusivo vantaggio dell’attualità materiale, tecnologica e utilitaristica. Che castrazione per il genere umano!

    • A parte che un grandissima parte dei “testimoni” citati nei libri di Storia (recente & contemporanea – pensiamo solo alla “Resistenza”) andrebbero comunque condannati per falsa testimonianza: se solo i giudici fossero veramente disposti a (e in grado di) fare il loro dovere. Mille volte piú attendibili i metodi dell’archeologia: anche per la storia moderna.

      • Lei ha ragione a fronte di tanta manipolazione… ma io ho ricordi lucidissimi ad esempio dell’ultima guerra, la cosiddetta guerra di liberazione e Le assicuro che non è proprio come la vogliono far credere… una guerra civile fu da noi e assolutamente strumentalizzata poi dalle ideologie di comodo.

  3. La sinistra è incompatibile con la democrazia, sono dei bigotti allucinati che sono oramai posseduti dalle loro allucinazioni. Loro ci credono che devono salvare il mondo dai “razzisti”. Oggi i fascisti sono loro. Non ne verremo fuori senza una guerra civile.

  4. Basterebbe ricordare che la guerra civile americana fu una guerra tra due aree del paese con differente economia, poi Lincoln trovò la scusa del razzismo, non dimentichiamo che fino al 1950 il segregazionismo continuò negli Usa, per mettere un cappello di ideale alla guerra, gli pareva brutto mandare la gente a morire ed ammazzare solo per soldi…..

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