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Corruzione e malaffare impazzano nel “bel paese”

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di REDAZIONE

«Illegalità, corruzione e malaffare sono fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese le cui dimensioni sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce». Lo ha detto il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, nel discorso di inaugurazione dell’anno giudiziario.

In Italia e in Europa si assiste ad «una caduta della compliance. Per la sola imposta sul valore aggiunto per l’Italia si evidenzia un tax gap superiore al 36%, di gran lunga il più elevato tra i grandi Paesi europei, con l’eccezione della Spagna». Lo rileva ancora la Corte dei Conti.

La trasformazione di enti pubblici in società spesso «si riduce a vuota forma o ad artificioso guscio quando le sue regole, flessibili per consentire una gestione efficiente dell’impresa vengono strumentalizzate da un’amministrazione non orientata all’economicità e, di fatto, esonerata da responsabilità». Lo ha detto il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino.

La Corte dei Conti giudica «rilevante» la disciplina «che prevede la sanzione della incandidabilità per amministratori e revisori dei conti di enti locali che con loro ripetuti e accertati comportamenti produttivi di danno, abbiano causato il dissesto dell’ente». Lo ha detto il procuratore generale aggiunto Maria Teresa Arganelli, che poi ha aggiunto: incarichi e consulenze restano una spina nel fianco della pubblica amministrazione. Nonostante le sentenze e le leggi, ci sono ancora «casi macroscopici» in cui si perseguono «obiettivi personalistici cui è estraneo l’interesse pubblico».

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