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Covid, la narrazione apocalittica smentita dalla mortalità per fasce d’età

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di EUGENIO CAPOZZI

Fabrizio Tuveri, qui sotto, illustra molto bene come la grande montatura alla base della narrazione apocalittica sul Covid 19, con cui si è giustificato il regime emergenziale, sia clamorosamente smentita dalle cifre sulla mortalità per fasce di età. Cifre che confermano quanto alcuni di noi vanno predicando al vento da quasi due anni: abbiamo (avuto) a che fare con un problema essenzialmente gerontologico, che si sarebbe dovuto affrontare con una attenzione particolare di medicina, assistenza, welfare per soggetti “fragili”, evitando di soffocare nella paura intere società.

Ma ormai purtroppo la frittata è fatta, il vaso di Pandora si è scoperchiato, e dobbiamo pazientemente ricostruire il buon senso quasi da zero. Qualche dato sulla pandemia dunque.

A parte il discorso sulle cause dell’aumento della mortalità, perchè che non sia solo la covid19 la causa è ammesso ufficialmente anche dall’ISTAT (che per esempio ha attribuito alla covid19 solo il 60% dei decessi della prima ondata), conviene avere ben chiari i numeri della pandemia, per capire se la gestione politica alla quale stiamo assistendo sia in qualche modo giustificata.

  • 1) Un cittadino italiano under 50, prima dell’avvento dei vaccini, secondo i dati ISTAT quale rischio di morte superiore aveva rispetto agli anni precedenti?
    Risposta: zero, nessun rischio superiore. Qualcuno nel 2020 è morto positivo al sarscov2 (il virus), una parte certamente di covid19 (la malattia), ma tanti quanti morivano negli anni precedenti per altre cause. Quindi nessun rischio in più.
  • 2) E un cittadino tra i 50 e i 60 anni? In questo caso il rischio è aumentato leggermente rispetto agli anni immediatamente precedenti, ma rimasto al di sotto degli anni che precedono il 2016. Eh, ricordate però la strage di quegli anni… No? Mah, strano.
  • 3) E un cittadino tra i 60 e i 70 anni? In questo caso il rischio è aumentato in maniera più importante, tanto da divenire identico a quello del 2011 e 2012.
    Questa volta però ricordate la famosa strage di sessantenni del 2012? No? Mah, davvero smemorati.
  • 4) E un cittadino tra i 70 e gli 80 anni? Questa volta il rischio è aumentato, fino a divenire superiore a tutto il decennio precedente. Ma di quanto superiore? La differenza è di un 1 per mille rispetto al 2011. Precisamente si è passati da 17,3 a 18,3 per mille per la fascia 70-74 e da 31 a 32,1 per la fascia 75-80.
  • 5) E un cittadino appartenente alla fascia 80-84 anni? In questo caso il rischio aumenta, ma rimanendo sotto i valori del 2012. Anche in questo caso però ricordate la strage di anziani del 2012. No? Che vi devo dire …. Supersmemorati!
  • 6) E la fascia 85-89 anni? In questo caso la mortalità è aumentata fino ad arrivare al 113,5 per mille, mentre nel 2012 era 110,2 per mille.
  • 7) E la fascia 90-94? In questo caso abbiamo avuto un aumento più consistente, la differenza è stata di un dieci per mille in più rispetto al 2015 ( era 199,6 per mille, diventato 209,7 per mille).
  • 8) E la fascia degli ultranovantacinquenni? In questo caso l’aumento è rimasto al di sotto della mortalità del 2015. Vi ricordo infatti che nel 2015 c’è stato un aumento importante della mortalità negli anziani, simile a quello del 2020 nei primi 7-8 mesi. Ma non ditemi che non vi ricordate neppure questo, megasmemorati!

Beh, i numeri sono questi. La fonte è l’ISTAT. Ma non fidatevi, cercate le tabelle e verificate, se volete vi aiuto. E poi ditemi voi se pensate che in qualche modo i numeri abbiano giustificato questa politica sanitaria e purtroppo, ne parlavo con un amico, questa politica economica.

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6 COMMENTS

  1. È buffo (ma non troppo) che un sostenitore delle misure adottate potrebbe utilizzare questi stessi numeri a supporto proprio della validità di queste ultime: se la mortalità non è esplosa, è proprio grazie alle misure di contenimento. Sicuramente tanto la comunicazione riguardo questa situazione quanto la sua gestione pratica è stata ricca di errori, di paradossi, di scelte incoerenti. Ciò nondimeno, basarsi sulle statistiche relative alla mortalità per decretare la gravità della malattia (e di riflesso la bontà o meno delle misure adottate) non è sufficiente di per sé, e questo indipendentemente dalle proprie convinzioni

    • A mio parere, lei ha le idee abbastanza confuse. Se non si considera la mortalità un indice fondamentaòe per valutare una pandemia, beh allora secondo quelli come lei ogni influenza dovrebbe essere considerata una ragione per sequestrare in casa milioni di persone?
      Ma oltre a quello, lei dimentica le cure! I criminali sadici e cinici che stanno governando ancora oggi negano le cure, ovvero il fatto che il 99,9% delle persone guarisce!!!
      Cordialmente

      • A mio parere, le mie idee sono chiare: legga quello che ho scritto e mi dica dove avrei affermato che la mortalità non conta. Va bene, riformulo il concetto: non ho affermato che non sia un dato fondamentale, ho detto che non è sufficiente leggerlo senza contesto e senza considerare null’altro. Non si può leggere una sola variabile (pur fondamentale) e interpretare un intero fenomeno senza considerare i fattori che la influenzano e quelli collaterali. Sulla mortalità agiscono contemporaneamente sia il fattore negativo (il virus) che quello positivo (le misure di contenimento). Tant’è vero che, come ho scritto, paradossalmente un fanatico delle restrizioni (quale io NON sono) potrebbe tranquillamente utilizzare la lettura del solo dato sulla mortalità quale elemento a favore delle misure (“i lockdown salvano le vite”). Ora, invece, leggiamo la sua di frase: il 99.9% guarisce. Benissimo, ma con quali costi in termini di medicine e macchinari utilizzati nelle terapie intensive? Ci sono stati aumenti significativi in tal senso? Sarebbero stati ancora maggiori senza restrizioni? Abbiamo dati sugli andamenti di tutti gli indicatori significativi per paesi comparabili al nostro che non abbiano imposto restrizioni? Sono aperto a qualsiasi verdetto. Ma mi piacerebbe leggere da qualche parte un’analisi completa e non 4 numeri in croce spacciati come la dimostrazione definitiva di una o dell’altra ragione.

  2. D’accordo con lei prof. Capozzi, chi ha compreso l’inganno globale parla al vento da due anni, perchè la massa non è in grado di ragionare, è troppo superficiale, e tanto presa dalla brama di denaro per mantenere le apparenze. Se poi il sistema debitorio alla Keynes, creato con monete fiat prive di valore e matematicamente condannato al fallimento, porterà all’amara realtà un pò tutti, non importa a nessuno, la massa nell’arroganza generale è convinta che “tanto la cosa non mi tocca direttamente”, oppure con il solito qualunquismo vuoto che “tanto qualcuno risolverà i problemi “. Le “norme” emanate sono tanto più ridicole, quanto più ci si avvicina il disastro del sistema finanziario, lo stesso sistema ideato da coloro che vogliono il NWO, e che inizia a mostrare crepe preoccupanti, con inflazione che continua a salire e potere d’acquisto che diminuisce. Certo per cattedratici vari l’inflazione non è mai stata un problema, ma gurada caso si sta spaventando perfino la Fed. Più il sistema è in difficoltà, e più si inventano bugie per manovrare i popoli. Guai poi a dire la verità anche sulla crisi energetica, dovuto al calo dell’estrazione di petrolio saudita, nascosta finora da furti ai danni di Iraq, Yemen, Siria, ecc.., abbiamo la valida alternativa dell’elettrico, facile e pulito, se poi l’energia arriva dal carbone, meglio non dirlo, si rischierebbe il solito titolo di complottista. Purtroppo l’equivoco dell’umanità ai giorni nostri, è l’enorme sopravvalutazione di se stessi con la scusa della modernità, concetto voluto fortemente dalle elites massoniche, manovra pienamente riuscita.

  3. Come dice, professor Capozzi? Dobbiamo ricostruire il buon senso? E come, visto che non pagandoci ci impediscono anche di acquistare carta per stampare o di accendere le postazioni perché altrimenti non sappiamo come pagare la fattura elettrica? E spesso le postazioni le accendiamo anche solo per informarci, non potremo avere più neanche questa opportunità. Non serve snocciolare le cifre, le leggiamo solo tra di noi. Il vaso di Pandora può essere scoperchiato quanto si vuole, è sufficiente fingere di non vedere per continuare a emanare restrizioni con il consenso del popolo babbeo. Il buon senso è meno visibile dell’araba fenice. Da sempre.

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