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Il socialismo del xxi secolo spiegato attraverso l’inflazione

Da leggere

di MARIETTO CERNEAZ

Lo sappiamo, il Venezuela sta vivendo una delle peggiori crisi economiche del globo, con un tasso indomito di iperinflazione che scioglie ogni giorno il potere d’acquisto dei venezuelani, prodotto della cattiva gestione economica e della fuga di capitali dalle casse della nazione.

Una rappresentazione grafica di come questo problema si sia aggravato negli anni è stata presentata da Wall Street in un video di soli due minuti.

È evidente come nel grafico dei paesi con il più alto tasso di inflazione nel periodo 1996-2018 (Governo di Chavez compreso) il Venezuela si è perso all’infinito con la sua cifra astronomica iperinflazionistica, lasciando indietro il resto dei paesi del Terzo mondo. (Nella foto, la situazione al 31 dicembre 2018)

QUI LA RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEL WALL STREET JOURNAL

I SOVRANISTI VENEZUELANI

di MATTEO CORSINI

I sovranisti Fabio Dragoni e Antonio Maria Rinaldi sono di tanto in tanto ospitati su MF (quotidiano che a sua volta non fa mistero di sostenere le idee di Paolo Savona) con articoli in cui perorano la causa del sovranismo monetario. Tornando sul famigerato spread tra il rendimento dei titoli di Stato italiani e tedeschi, Dragoni e Rinaldi citano gli esempi di Stati Uniti e Giappone per indicare il problema che affliggerebbe l’Italia.

  • “I Paesi che emettono la loro valuta sono sostanzialmente diversi dalle imprese, dalle famiglie, ed enti locali presenti dentro i loro confini. Questi ultimi devono guadagnarsi la valuta che a loro serve o prenderla a prestito prima di spenderla. Lo Stato sovrano no. Potendo creare moneta dal nulla, se decide di indebitarsi lo fa esclusivamente per governare e indirizzare l’intera struttura dei tassi di interesse cui dovranno uniformarsi tutti gli altri operatori: banche, famiglie e imprese appunto”.

Evidentemente i due ritengono che gli Stati “sovrani” emettano debito pubblico solo per motivi di politica monetaria. Avrebbero potuto aggiungere che lo fanno per consentire al mondo di disporre di asset finanziari a basso (o privi di) rischio, altra tesi che circola da tempo. Consapevolmente o meno, potrebbero trovarsi d’accordo con i fautori della MMT, secondo i quali l’imposizione fiscale ha come unica finalità il contenimento dei prezzi al consumo.

Resta pur sempre il fatto che se fosse possibile creare ricchezza reale dal nulla non vi sarebbe più bisogno dell’economia come scienza, dato che non vi sarebbe più il problema di avere risorse scarse a fronte di bisogni potenzialmente illimitati. Nessuno di questi economisti stregoni si è mai spinto a ipotizzare uno scenario del genere, ancorché una estensione della logica sottostante i loro ragionamenti porterebbe proprio lì.

Peccato che quando l’Italia era uno Stato “sovrano” non fosse poi così vero che poteva fare quello che voleva senza conseguenza alcuna. Era pienamente “sovrana” quando sfiorò il default nei primi anni Novanta. Suppongo che i sovranisti ribatterebbero che la sovranità cessò con il divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia nel 1981. Direi che da allora fu semplicemente meno efficace la repressione finanziaria operata con l’imposizione ai creditori di tassi reali negativi. Ma supporre che si sarebbe potuto andare avanti a stampare lire allegramente è altamente illusorio. La storia è piana di esempi di Stati “sovrani” la cui moneta è sovranamente fallita. Ultimo in ordine di tempo il Venezuela.

Temo però che sia inutile far notare queste cose agli economisti stregoni di cui sopra e a chi è abituato a rivolgersi a cartomanti e astrologi (a occhio e croce la maggioranza di chi vota oggi in Italia).

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