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Indipendentisti e autonomisti: e’ giunto il momento di chiedersi “che fare?”

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di GIANLUCA MARCHI

padroni_casa_nostra (1)A quale destino ormai vada incontro la Lega Nord ho cercato di spiegarlo – a mio modo di vedere, si intende – in un recente articolo: il Carroccio verrà progressivamente svuotato, anzi in gran parte è già stato svuotato, e non solo di dipendenti, ma anche di risorse e di iniziativa politica, a favore di “Noi con Salvini”, il movimento creato intorno al segretario federale, apparentemente allo scopo di costituire un movimento nazionale e non più territoriale, ma nella sostanza volto a capitalizzare in termini politici l’enorme credito personale che Matteo Salvini ha ottenuto in un solo anno e confermare la sua ascesa in un “one man show” volto addirittura a porre le condizioni per pretendere la prossima leadership del centrodestra.

Centrodestra e non la Lega e Salvini da soli, come si è cercato di favoleggiare nei mesi scorsi: è infatti notizia di ieri che Salvini e Silvio Berlusconi si sono ritrovati per una cena ad Arcore, dove hanno messo a punto i termini dell’alleanza per le prossime regionali di maggio. Nulla di nuovo sotto il sole, dunque, con la sola differenza rispetto al passato che ormai Berlusconi è il passato e il leader leghista potrebbe essere il futuro. Mentre negli anni addietro Umberto Bossi fece quasi sempre da ruota di scorta all’ex Cavaliere. Un’alleanza rinnovata per fare che? Per tentare di contrastare lo strapotere di Matteo Renzi e nulla, ripeto nulla, che riguardi autonomia e tantomeno indipendenza. Persino uno scialbo federalismo non appare più all’ordine del giorno. Anzi, il Parlamento italico va verso una riforma che ammazza gli spazi dell’autonomia territoriale e non mi pare che la contestazione delle opposizioni alla nuova legge avvenga principalmente su tale punto.

Se questo è il quadro, e non mi pare vi siano segnali che possa essere diverso, indipendentisti e autonomisti si dovrebbero porre un paio di interrogativi fra loro conseguenti: che vogliamo fare? vogliamo battere un colpo oppure scegliamo di far calare il sipario per alcuni decenni sulle nostre aspirazioni? Sperare in una resipiscenza della Lega appare ormai una perdita di tempo: Salvini, legittimamente dal suo punto di vista, ormai guarda altrove e l’unica cosa che gli si potrebbe chiedere è di compiere un atto di onestà intellettuale e cancellare il famoso articolo 1 dello statuto leghista che ancora strologa di indipendenza della Padania. Altro sarebbe velleitario sperare.

E allora? Forse è giunto il momento che indipendentisti e autonomisti intenzionati a non abbandonare  la scena tornino a confrontarsi fra loro e cerchino, se saranno capaci di trovare un modo, di uscire da tunnel in cui sono finiti… Noi, come gruppo di giornalisti e intellettuali interessati a questi temi, cercammo di creare qualcosa del genere con la Convention di Jesolo del maggio 2012, senza grandi risultati in verità: forse era presto e in troppi lessero l’iniziativa – promossa sotto le insegne de L’Indipendenza – come la volontà di mettere il cappello e una sorta di primazia politica sul tentativo di “riunire” in un unico contenitore gruppi e partiti autonomisti e indipendentisti. Così non era, ma tant’è. Facciamo oggi tesoro di quella esperienza e mettiamo a disposizione il MiglioVerde.eu come luogo di dibattito e di confronto fra tutti coloro che, insieme a noi, si pongono le due domande di fondo riportate in precedenza (che vogliamo fare? Vogliamo battere un colpo oppure scegliamo di far calare il sipario per alcuni decenni sulle nostre aspirazioni?) e vogliono dire la loro su cosa fare nell’immediato futuro e magari avanzare qualche proposta. Ribadisco: luogo di dibattito e di confronto e non altro, giusto per non ingenerare equivoci.

Qualcuno si interrogherà sulla necessità di porsi queste domande e possibilmente di darsi una risposta. Beh, a mio parere appare chiaro come, procedendo in ordine sparso, il destino appaia sempre più crudele: non si riesce nemmeno a mettere il punto fisso sullo svolgimento di un referendum come quello per l’indipendenza veneta, sebbene previsto da una legge regionale. L’esperienza della Catalogna ci insegna che nulla è facile e scontato su questa strada, ma tutto diventa improbabile se si procede in ordine sparso…

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6 COMMENTS

  1. Lucido come sempre il commento di Sandro, concordo sul fatto che prima delle regionali è impossibile portare avanti alcunché, tutto verrebbe risucchiato e tritato nella bagarre elettorale, dove non esistono persone o idee, ma voti da raccogliere. Secondo me quello che manca è una netta distinzione, non abbiamo modo di riconoscerci, siamo troppo assimilati e confusi con gli italiani, una persona che si risveglia e si riscopre veneta, non sa bene come distinguersi, come mostrarlo al mondo, ha un orgoglio represso che non trova sfogo, e quindi spesso viene soffocato dalla paura dell’essere diverso, escluso, giudicato. La situazione sta via via migliorando, essendo sempre più le manifestazioni pubbliche di identità, ma il tempo stringe, e sarebbe necessaria un’accelerazione in tal senso…

  2. Credo sia importante trovare un buon leader: coraggioso, carismatico,intelligente – quel tanto che basta (intelligenza) per capire come la valenza economica (residuo fiscale) sia la vera arma grimaldello per coagulare tanta gente attorno alla causa indipendentista in Veneto, ma anche spero in LOmbardia. Alktrove mi sembra ancor più difficile, almeno per ora.

    Credo possa aver ragione chi vede in Zaia, potenzialmente, un siffatto (?) leader. Non lo conosco personalmente ma mi pare abbastanza carismatico, intelligente e (???) coraggioso. Di meglio al momento non abbiamo (hanno)…

    Forse il Miglio Verde potrebbe cercare di organizzare un convegno – confronto in cui dibattere con Zaia (et similia…) siffatti temi: crede o no nel’indipendenza, o pensa di poter veramente avere abbastanza autonomia da Roma? Non agisce con decisione per mancanza di convinzione, collaboratori – o semplicemente mancanza di coraggio (che sarebbe anche comprensibile da parte di … keyboard revolutionaries).

    Dal punto di vista tattico, se mai si coagulasse consenso attorno a un BUON leader, continuo a pensare che lo sciopero fiscale (organizzato dal leader con l’aiuto di abbastanza comuni) sia l’arma giusta per portare Roma a trattare – quanto dovremmo pagare (accollarci debito pubblico ‘tajano) per andarcene?…

  3. Caro amico Gianluca
    a tre anni dalla convention di Jesolo 2012 per quanto mi riguarda posso solo dirti he ‘argomento “indipendenza” e’ questione che interessa pochi intimi e molti opportunisti.
    Sono state bruciate – credo volutamente – molte iniziative che avrebbero essere state fatte e concepite in maniera almeno un po’ piu’ seria (e mi fermo qua), con l’effetto di presentare, come spesso e’ successo negli ultimi trenta anni una legittima istanza – l’indipendenza – con sembianze quasi folkloristiche o peggio.

    Intanto, se mi permetti, devi aspettare il giorno dopo le Regionali. I vari gruppi sono concentrati solo su quello (succede quasi ogni anno ad una delle tante tornate elettorali…); rischiamo, a parlare di indipendenza, di essere accusati di disfattismo dagli stessi leader indipendentisti; sssttt… silenzio…. devono essere eletti in Regione e poi vedrete che fuochi d’artificio accenderanno….. Si ritroveranno a disquisire sulla legge per la raccolta delle erbette selvatiche al massimo.

    detto tra noi, pochi intimi intellettualmente onesti, in Veneto il tema “indipendenza” e’ noto alla stragrande maggioranza della popolazione; perché non agisce la gente veneta? Semplicemente perché ha ancora troppo da perdere, e’ un popolo fortemente individualista e soprattutto ha in odio i Partiti, tutti, compresi i pseudo partiti indipendentisti.

    Che fare dunque… La prima condizione e’ restituire il tema “indipendenza” alla gente e toglierlo ai Partiti. Basta bandiere verdi, gialle o azzurre. Siamo un Popolo ed e’ ora di cominciare a ragionare da Popolo. Il resto verra’ da sé.. e non e’ complicato. A oggi purtroppo si continua in Veneto a far politica indipendentista come si fa politica a Roma; d’altro canto molti dei soggetti coinvolti hanno avuto nei decenni scorsi fior di scuole e insegnanti romani….

  4. VORREI FARE UN PASSO INDIETRO, NON PER NOSTALGIA, MA PER CAPIRE.
    PERCHE’ LA LEGA DI BATTAGLIA DEI PRIMI ANNI 90 E’ DIVENUTA LA MARMELLATA RANCIDA DI OGGI?
    PERCHE’ UN SOGNO DI INDIPENDENZA DALL’INFAMIA ITALIANA E’ STATO DISTRUTTO ?
    SOLO COLPA DI BOSSI, CALDEROLI, MARONI, TOSI, BELSITO E INFINE SALVINI? IN PARTE SI MA SOLO IN PARTE.
    LA BRAMOSIA DI POTERE LA VOGLIA DI POLTRONE, GLI ERRORI POLITICI E STRATEGICI HANNO PURTROPPO PROVOCATO GROSSI DANNI, MA IL PROBLEMA PRINCIPALE E’ STATO ED E’ L’INCAPACITA’ DI RACCOLTA DEL CONSENSO, IL FRAZIONISMO POLITICO, LE INVIDIE, GLI ORTICELLI DA COLTIVARE, LA MANCANZA DI CONTINUITA’ NELLA LINEA POLITICA, TUTTI QUESTI ELEMENTI MESSI INSIEME HANNO PROVOCATO IL DISASTRO ATTUALE, E I SONDAGGI CHE DANNO LA LEGA OLTRE IL 15% CONTRIBUISCONO A INCREMENTARE LO SFASCIO.
    IO CREDO CHE OGGI, SOPRATTUTTO DOPO LA CREAZIONE DELLA LISTA DI ” NOI CON SALVINI ” CI SIANO MOLTISSIME PERSONE PRONTE A RIPRENDERE IL CAMMINO INTERROTTO DA BOSSI NEL 1998, CREDO CI SIANO MOLTISSIME PERSONE PRONTE A DARE FIDUCIA A UN NUOVO MOVIMENTO INDIPENDENTISTA CREATO SU BASI IDENTITARIE FORTI, E CREDO CHE QUESTO POTREBBE PORTARE SALVINI E LA LEGA STESSA A RICONSIDERARE UNA LINEA POLITICA CHE PORTERA’ VOTI DAL SUD MA PERDERA’ VOTI AL NORD.
    ABBIAMO L’IDEOLOGO (Gilberto!) MA ABBIAMO BISOGNO URGENTEMENTE DI UN LEADER IN GRADO IN GRADO DI COAGULARE I RISSOSI INTORNO AD UN PROCESSO CONDIVISO, ABBIAMO PERSO 20 ANNI, VEDIAMO DI NON PERDERNE ANCORA.

  5. Mi rivolgo qui, con questo commento, al direttore Marchi. Sono contento che tu abbia scritto questo articolo, illuminante, e come sempre vero. Lo condivido, per cui mi fregio di lanciare qui una proposta, nella speranza che tu la possa condividere, e con te, la possano condividere tutti i movimenti politici indipendentisti fin qui nati. Credo che tutti loro abbiano fatto molta esperienza, e credo anche, che si siano definitivamente convinti di quanto possano essere potenti i ruoli istituzionali negli enti locali. Detto ciò, perchè allora non usarli ? Considerato che la Lega ha già abdicato al suo ruolo originale; che una maggioranza di cittadini vorrebbero l’indipendenza, e che il ruolo del Sindaco sta per venir meno; chi vieterebbe di costituire la Lega dei Comuni ? Gli ingredienti : uno statuto agile, i cittadini, le amministrazioni comunali con il rispettivo Sindaco, e nessuna alleanza. E’ già dimostrato che in alcune regioni il voto sta per diventare una minoranza, ma nessuno ancora ne ha dimostrato il perchè. Ci provo: le liste civetta associate ad un partito tradizionale sono un deterrente al voto, quindi la gente non vota per colpa de partiti, che trascinano così nel loro campo tutto ciò che nasce di nuovo. Quale garanzia migliore potrebbero avere i cittadini se non la certezza di poter votare solo per la propria gente? Il Comune/i, ente istituzionale governativo e non autonomo, diverrebbe così il grimaldello, per sostenere una causa indipendentista di caratura internazionale. Quale contenitore migliore potrebbero avere i movimenti indipendentisti se non una casa comune per la propria gente ? Basta volerlo, e la mission sarebbe possibile. Nessun partito tradizionale sarebbe più in grado di condizionare un ente locale, e ogni regione sarebbe costretta ad avere per riferimento i suoi comuni e non più lo Stato. Come potremo chiamare questo percorso ? A tutti voi il dibattito. Grazie

  6. Partiamo da Jesolo, maggio 2012. Nemmeno tre anni e sembra una vita fa.
    Ero là, nonostante i miei 62 anni, giovane di idee indipendentiste, idee che mi si affacciavano prepotentemente alla mente e che intendevo perseguire perché stanco di essere preso in giro da Roma e co.
    In quell’ocasione ho avuto modo di ascoltare le parole di Leonardo, di Gianluca, di Lucio, di Giorgio,(li chiamo per nome anche se non posso con loro vantare una vera e propria amicizia, ma da allora sono diventati parte integrante della mia giornata) e mi sono reso conto che le idee ci sono e sono buone, la voglia c’è, ma, forse per italico vezzo, si è sempre diretti a curare il proprio orticello.
    Era buono lo slogan “Marciare divisi per colpire uniti”, ma chissà perché ho avuto la sensazione che quel termine “uniti” fosse dai più stato inteso come “uniti sotto la nostra bandiera” che non era il puro Gonfalone, ma quella di qualche partito indipendentista, nel senso che ognuno era disposto ad aprire le braccia per accogliere gli altri, fermo restando che non si doveva toccare la “stanza dei bottoni”…
    Continuo a leggere sul WEB il desiderio di molti nei confronti dell’indipendenza, tutti a dire ciò che qualcuno dovrebbe fare, ma nessuno (o quasi) che si armi di buona volontà e cominci a fare qualcosa.
    Fra i tanti chiacchieroni ho visto solo Lucio darsi da fare e lo vedo ricevere, a torto o a ragione non so, critiche da coloro che hanno idee solo un pochino differenti dalle sue.
    Ho simpatia per Lucio, credo che sia una persona perbene, ma forse per il fatto di non essere un politico non riesce ad unire tutti intorno alla sua idea.
    L’unico che potrebbe muovere le folle (ed ora non datemi del nostalgico leghista) potrebbe essere Luca Zaia se solo avesse il coraggio di staccarsi dal suo partito e annunciasse pubblicamente e fortemente il suo desiderio indipendentista. A questo punto credo che moltissimi lo seguirebbero e lui potrebbe nel Veneto diventare quello che Mas è in Catalunya.
    Invece di restare perennemente, bene che vada, il secondo in un partito in via d’estinzione potrebbe realmente passare alla Storia come chi ha riportato al Veneto la sua libertà.
    Zaia, coraggio dai un segno di vita! Ma che sia forte, chiaro e, soprattutto, serio.
    Forse anche Salvini involontariamente ti sta dando una mano!

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