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La telenovela infinita della fallita alitalia

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DI MATTEO CORSINI

Riferendosi al tentativo di vendita di (pezzi di) Alitalia dopo l’ennesimo salvataggio a spese di chi paga le tasse, il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, usa una formula che dovrebbe suonare sinistra a chi finora ha pagato il conto: “Lavoriamo perché le cose siano fatte bene, non vogliamo avere troppa fretta, vogliamo fare bene più che fare presto”.

Finora si direbbe che, chiunque fosse al governo nel corso dei decenni, le cose siano state indubbiamente fatte senza fretta. Ed evidentemente non tanto bene, però. Delrio ce l’ha con i tedeschi di Lufthansa, ossia la controparte nella trattativa: “Non si può agire come se non contasse niente non avere una compagnia nazionale: i patti devono essere chiari. Se sono dipendente da una grande compagnia che sposta tutti i voli per l’Africa 200-300 km più a Nord, mi risulta difficile essere protagonista in Africa. Un po’ quello che è successo con l’accordo con Air France e Klm, che ha messo in minoranza Alitalia sui voli per l’America”.

Quando si cerca di vendere una compagnia fallita più volte ed evidentemente incapace di stare sul mercato, non credo si sia nelle condizioni di imporre all’eventuale compratore cosa non spostare. Perché quel compratore accetterà le condizioni solo a fronte di contropartite.

Il problema è che il costo delle contropartite andrà a carico anche (se non soprattutto) di coloro che non ne trarranno alcun beneficio. Il tutto senza fretta, ovviamente.

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2 COMMENTS

  1. Alitalia è un cesso, lo sanno tutti, anche i peroratori politici che vorrebbero fosse ceduta a peso d’oro.
    Invece di dimostrare temerarietà nel fare affermazioni demenziali , del rio dovrebbe trovare il coraggio di consigliare che l’affare alitalia fosse lasciato alla sanzione del mercato.
    Non c’è scritto da alcuna parte che l’acquitrino italiano debba avere una compagnia di bandiera.

  2. In tutto questo, pur essendo dispiaciuto che i miei soldi siano finiti oltre che per mantenere i soliti parassiti e far vivere nel lusso i politici italiani anche per tenere in piedi un azienda fallita da decenni e mai gestita secondo le consuete regole aziendali, godo perché Malpensa si sta riprendendo.
    Il colmo è stato spostare l’hub dalla Malpensa a Fiumicino, ora la Malpensa ha più viaggiatori di Fiumicino. come chiunque avrebbe potuto profetizzare. Prima sparisce l’Alitalia e prima stiamo tutti meglio, poi se a seguire sparisce anche l’Italia stiamo ancora più meglio…(è sgrammaticato ma rende l’idea).

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