Aprire un proprio canale televisivo sul web รจ veramente alla portata di mano e lontano dai costi faraonici delle televisioni nazionali. Sono cinque i punti sufficienti per poter trasmettere i propri servizi sulla Rete. 5 cose essenziali che ogni videomaker dovrebbe sapere.
Primo: fornirsi di un personal computer (va bene anche un portatile) o un Mac. Lโimportante e’ avere almeno 2 Gigabyte di RAM e un hard disk con alcune centinaia di gigabyte di memoria, visto che i filmati occupano diverso spazio. Con una spesa di circa mille euro (che si riduce a 600-700 euro per i portatili, con ottime prestazioni) si possono acquistare pc efficenti
Secondo: acquistare una telecamera. Meglio se digitale semiprofessionale. I costi si aggirano intorno al migliaio di euro. Volendo, si puรฒ arrivare a spenderne 3-4 mila euro per avrere ottimi risultati a livello di definizione e prestazioni. Alla telecamera si possono aggiungere uno o piรน microfoni, un trepiedi e qualche faretto. In questโultimo caso superiamo le aspettative di una semplice webtv โfatta in casaโ.
Terzo: il software per il montaggio. Occorre scegliere se puntare su programmi freeware o andare sui classici Adobe Premiere, Avid o Final Cut (per Mac).
Esistono anche alcuni programmi semiprofessionali come Sony Vegas che offrono ottime prestazioni. La spesa varia dai 400 euro a oltre mille euro, se si aggiungono programmi per la creazione di effetti o lavorazione sui testi.
Quarto: registrare un dominio web. E qui le scelte non mancano. Tutto dipende dalle prestazioni e dal traffico che il sito puรฒ generare. Andiamo da una spesa di poco piรน di 10 euro allโanno fino a diverse centinaia di euro. Il costo di un buon hosting tuttavia puรฒ essere intorno ai cento euro annuali.
Buona regola รจ quella di considerare lโacquisto del servizio di backup (almeno settimanale) per non rischiare di perdere tutto il lavoro svolto. In particolare, il backup รจ utile in caso di affitto di bande ad hoc.
Quinto: pubblicare il contenuto su una piattaforma. Da Youtube a Ustream, non mancano i siti che offrono servizi gratuiti per la pubblicazione di contenuti multimediali. Sarร importante anche la condivisione dei filmati su altri social network come Facebook, Twitter o Pinterest, il tutto per creare una rete di relazioni efficace in grado di far rimbalzare il proprio messaggio tra i diversi utenti.
Dal punto di vista burocratico non ci sono grossi ostacoli.
A dettare le regole รจ lโAgenzia delle comunicazioni che con unโapposita delibera ha fissato i โpalettiโ su come e quando bisogna richiedere lโautorizzazione. Sotto i 100 mila euro di fatturato, o con ricavi annui inferiori a 200 mila non si paga lโautorizzazione.
ร necessaria invece โ e obbligatoria – lโautorizzazione qualora si superi la soglia e chi apre la tv ha natura giuridica di societร , di capitali o di persone, cooperativa, fondazione, associazione riconosciuta e non, persona fisica con oggetto sociale relativo allโesercizio dellโattivitร radiotelevisiva. Lโautorizzazione รจ valida per 12 anni ed รจ rinnovabile entro 30 giorni prima della scadenza.
Inoltre, la delibera non prevede lโobbligo di autorizzazione se i palinsesti sono identificati da un unico marchio di durata inferiore a 24 ore settimanali, se i servizi audiovisivi sono a circuito chiuso per gruppi chiusi di utenti o in luoghi pubblici, se si tratta di siti web realizzati da privati o contenenti elementi multimediali accessori (giochi online, motori di ricerca, quotidiani online, ecc.).
*sindacatonetworkers.it
La SIAE si puรฒ evitare se si usano brani in Creative Commons ๐
Avete omesso la SIAE…. , quindi i passi dovrebbero essere 6.
Cari redattori di L’indipendenza, perchรฉ non aprite voi un canale televisivo?
Perchรจ oggi come oggi non abbiamo risorse economiche e di conseguenza risorse umane sufficienti. Purtroppo un lavoro come questo non si costruisce sul semplice volontariato.
gl marchi