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Per padoan (il ballista) l’italia sta meglio da quando c’è renzi

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Padoan, da Ue mi aspetto riconoscimento sforzidi MATTEO CORSINI

“Il Paese sta un po’ meglio di dodici mesi fa. Mi piacerebbe pensare che sia anche merito del governo. Abbiamo identificato una strategia di politica economica, con manovre di tipo strutturale e una composizione della finanza pubblica basata sull’abbattimento delle tasse coperto dalla riduzione delle spese. C’è una cosa che mi vede insoddisfatto: il ritmo delle privatizzazioni: inferiore a quello che si doveva fare”. Così si è espresso il ministro dell’Economia “festeggiando” il primo compleanno del governo Renzi.

Dunque, secondo Padoan “il Paese sta un po’ meglio di dodici mesi fa”. Non per essere petulante, ma a stare meglio o peggio possono essere singoli individui, non certo il Paese.

Capisco che Padoan si riferisca a indicatori macroeconomici, ma anche in quel caso serve un forte ottimismo per sostenere ciò che ha affermato il ministro. Sarà forse che non vuole incorrere negli strali del suo presidente del Consiglio, secondo cui ogni lettura non entusiastica della situazione attuale e prospettica pare dover essere censurata e catalogata come “gufata”.

Non credo, però, che continuare a ripetere cose false le faccia diventare vere, ancorché Goebbels sostenesse il contrario (Renzi e fidati ministri dovrebbero sapere che Goebbels non era un boy scout). E certamente non corrisponde al vero, se non in alcuni casi specifici, che le misure assunte dal governo siano basate “sull’abbattimento delle tasse coperto dalla riduzione delle spese”.

L’abbattimento delle tasse è tale solo se riguarda tutti, ed è coperto da riduzioni di spese solo se non è previsto alcun aggravio di imposte o aumento del deficit. Entrambe le condizioni non sono state finora soddisfatte, dato che la riduzione di talune tasse per taluni soggetti è stata compensata da aumenti di tasse per altri soggetti (a volte alla stessa persona si è chiesto meno da una parte e più da un’altra). Quanto alle riduzioni di spesa, il maggior deficit rispetto a quanto previsto deriva proprio da mancate riduzione di spesa che, pertanto, sono indubbiamente una cosa irrisoria e inferiore a quanto andava proclamando Renzi proprio un anno fa, quando si spingeva ben oltre gli obiettivi dell’allora commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, da qualche mese tornato (senza aver gettato nella disperazione il presidente del Consiglio) al FMI.

Infine, Padoan dichiara di essere insoddisfatto del ritmo delle privatizzazioni. Con ogni probabilità si tratta di un semplice espediente retorico, anche se neppure Renzi avrebbe il coraggio per affermare il contrario in merito alle (mancate) privatizzazioni.

Forse.

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