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Referendum in veneto, solo il 17% contrario all’autonomia

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di FIORENZO PIEROBON

Anche il referendum del 22 ottobre prossimo è argomento di discussione fra gli indipendentisti veneti. C’è la frangia di quelli convinti di essere già uno Stato indipendente e che l’Italia sia solo un invasore (muniti di passaporti e patenti) che asseriscono che la consultazione dell’autunno prossimo servirà solo a legittimare il dominio italico sulle terre della ex-Serenissima. Poi, ci sono quelli più politicamente orientati che, contrariamente ai primi, affermano che votare SI al referendum per l’autonomia sarà un passo determinante dal punto di vista del consenso ad una futura indipendenza.

Che dicono i numeri, invece? Secondo un sondaggio dell’istituto Winpoll svolto tra il 4 e il 9 agosto su un campione di 800 casi rappresentativi della popolazione veneta, il risultato del referendum sull’autonomia in Veneto sarà un plebiscito per il “sì”: la stima dei favorevoli è del 92%. Il 60% degli intervistati – riporta Alessio Corazza sul Corriere del Veneto a pagina 4 – dichiara di essere pienamente consapevole del referendum, mentre solo il 20% non ne è a conoscenza e altrettanti «vagamente a conoscenza». Quasi il 75%, inoltre, giudica positivamente l’iniziativa referendaria ritenendo che porterà maggior benessere in Lombardia e Veneto.

Tra gli scettici, invece, il 17% (percentuale alla quale appartengono anche i vari personaggi dei governi serenissimi) lo ritiene inutile in quanto «non cambierà nulla» e il 10% addirittura dannoso, perché potrebbe «indebolire il potere dello Stato».

L’ultimo dato, forse il più rilevante, riguarda l’affluenza: a due mesi dal voto, il 47% dichiara che andrà sicuramente a votare e l’11% ci andrà «probabilmente», mentre solo il 12% si dichiara contrario all’idea di recarsi alle urne.  Se così fosse, il quorum (pur non vincolante, trattandosi di un referendum consultivo), sarebbe ampiamente raggiunto.

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3 COMMENTS

  1. I Veneti hanno usato i Piemontesi per liberarsi dagli Austriaci.
    L’Invasione semmai la subì Torino nel 1848 quando arrivarono in quella città decine di migliaia di italiani del nord e sud che convinsero i Piemontesi a fare l’Unità.
    Poi gli Italiani votarono (già ,perchè fu il -sistema piemontese del parlamento con elezioni- che loro ebbero in regalo) per politici criminali come Mussolini che li portarono alla distruzione, e si accorsero anche, quelli del Nord, che a pagare le spese in Italia, erano solo loro..
    Oggi per liberarsi da tutto ciò danno la colpa ai piemontesi ai quali nel 1848,chiesero di combattere per liberarli da austriaci e dai borbone.
    Fate abbastanza schifo . Italia agli Italiani ? Viva gli Africani !

    Il patriota VENETO Manin sui Savoia:
    — Dovendo l’Italia avere un re, non poterlo avere altrimenti che in Vittorio Emanuele: gl’italiani tutti, amanti d’indipendenza , concorressero operosi intorno a questo miracolo di re, e farebbero l’Italia indipendente e libera :
    andassero ormai sbandite e dimenticate le sette, le divisioni e le gelosie passate, e financo le proprie inclinazioni e simpatie, e fosse il grido comune dall’un capo all’altro della penisola: Vittorio Emanuele Re d’Italia. — https://archive.org/stream/bub_gb_ZDRTpDLQwpkC#page/n15/mode/2up
    — Ho veduto la settimana scorsa il contino Casati. Parlando di Napoli, gli dissi che se la rivoluzione rovesciasse il Borbone , dovrebbe proclamare Vittorio Emanuele re
    d’Italia. Ed egli rispose: Magari ! https://archive.org/stream/bub_gb_ZDRTpDLQwpkC#page/n85/mode/2up/search/emanuele
    — Ai Repubblicani della Giunta Nazionale d’Azione :
    Dopo le vicende del 48 e del 49 la politica dinastica, in Piemonte, deve consistere necessariamente nel vincere lo straniero, e nel riunire tutta la Penisola sotto lo scettro di Casa Savoia. Se
    così non fosse, qual significato avrebbe la bandiera tricolore nelle file dell’esercito sardo?
    Questa bandiera, o signori, che attira sul governo del re tante minacce e tanti pericoli…, questa bandiera, salutata con amore dal nobile figlio di Carlo Alberto, è un testo luminoso che non ha bisogno di commento. Dunque Casa Savoia vuole, come noi, l’indipendenza e l’ unità d’Italia.
    Questo santo scopo Vittorio Emanuele, secondato dall’opinione liberale, avrebbe i mezzi di raggiungerlo quando che sia.
    Perchè dunque, invece di rendere forte il Piemonte coll’opera del vostro senno e del vostro braccio , voi attendete ad infievolirlo, opponendo in Italia allo stendardo regio un altro stendardo, lo stendardo repubblicano?
    Per la memoria di Dottesio e di Sciesa (dirò con Giuseppe Mazzini), per le migliaia che gemono nelle prigioni, pei milioni che gemono oppressi dalla doppia tirannide, pei centomila
    Austriaci stanziati nelle nostre contrade, per la battaglia suprema che ci pende sopra, la patria v’intima silenzio….
    Dare vanti al nemico voi non dovete discutere che del come atterrarlo, del come inspirare fiducia nel popolo, dargli armi e cartuccie dove ei ne manca , del come accentrare tutti gli elementi a un disegno, ad una mossa… nel gran giorno della vendetta nazionale.
    Repubblicani d’Italia, siate italiani!
    L’impresa della nostra politica redenzione voi non potete assumerla coscienziosamente se non quando il Piemonte vi avrà rinunciato , abolendo lo Statuto e rinnegando la bandiera nazionale.
    Ma oggigiorno il Piemonte, malgrado i mille ostacoli che sorgono ad impedirgli il passo, procede sulla buona via:
    dovete dunque seguirlo. S’arresta egli? Dovete stimolarlo. Vacilla?
    Dovete sostenerlo acciò non cada. Guai a voi , se il Piemonte cadesse! Caduto il Piemonte, voi non avreste la repubblica, siatene certi; ma, dopo inutili conati per riuscire Italiani, vi ritrovereste un bel giorno o Tedeschi o Francesi. Avvertite alle condizioni politiche della patria nostra.
    Noi abbiamo nemici palesi, nemici occulti, e freddi o falsi amici. Avversando il Piemonte, voi dunque, con intenzioni pie, attendete a colorire disegni parricidi ; predicando la repubblica nazionale , voi vi adoperate in prò dello straniero. Il caso è serio!…. pensateci seriamente. https://archive.org/stream/bub_gb_ZDRTpDLQwpkC#page/n145/mode/2up/search/emanuele

    Il VENETO Carlo Nievo : “Ho bisogno di fermarmi in una città che ne meriti un poco il nome, poiché sinora nel Napoletano non vidi che paesi da far vomitare al solo entrarvi, altro che annessioni e voti popolari dal Tronto a qui ove sono, io farei abbruciare vivi tutti gli abitanti, che razza di briganti, passando i nostri generali ed anche il re ne fecero fucilare qualcheduno, ma ci vuole ben altro”.

    Il CAMPANO Francesco De Sanctis sulla conquista del Veneto del 1866 : “Ora noi vogliamo vincere, dobbiamo vincere; dunque non gridi, ma fucilate, non parole, ma baionettate, non
    chiacchiere, ma cannonate: dunque abbasso le dimostrazioni! Viva i fatti! La gioventù napoletana non ha bisogno di esortamenti;
    agli abitanti delle terre dei vulcani ci vuol freno non spinta. I giovani dissero otto sere fa: i fatti li faremo. Ebbene il tempo è venuto”
    http://www.liberliber.it/mediateca/libri/d/de_sanctis/scritti_politici/pdf/de_sanctis_scritti_politici.pdf

    UNITÀ ITALIANA. – Associazione segreta che si formò in Napoli nel giugno del 1848, quando, dopo i fatti del 15 maggio, i patrioti di quella città decisero di congregarsi al fine di abbattere il governo borbonico, con aspirazioni verso Carlo Alberto e il Piemonte.”
    http://www.treccani.it/enciclopedia/unita-italiana_(Enciclopedia-Italiana)/

    Quando il Re Borbone li scoprì , li condannò a pene severissime e loro scapparono esuli a Torino.
    https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=hvd.32044061707733;view=1up;seq=7

    Come gli esuli napoletani emigrati a Torino convinsero insistentemente i Piemontesi ad abbracciare l’idea dell’ Unità: https://archive.org/details/bub_gb_tOoWMmlizD0C
    Gilberto Oneto racconta la storia di questi esuli che convinsero i piemontesi a conquistare il sud : (dal minuto 6: 52 ) https://www.youtube.com/watch?v=fxiaRvHP2SA

    Il pugliese Giuseppe Massari, esule a Torino per una decina di anni, scrisse:
    “Né la stampa italiana falli al suo debito; non ci era su questo argomento nessuna diversità di linguaggio : a Torino la Concordia ed il Risorgimento, a Genova la
    Lega italiana ed il Corriere mercantile, a Firenze la Patria e l’Alba, a Pisa l’Italia, a Roma il Contemporaneo, a Bologna il Felsineo, svolgevano lo stesso tema,
    bandivano lo stesso principio : Italia ab exteris liberanda..
    Il Piemonte era stato l’ultimo ad entrare nella via delle riforme, ma ad un tratto aveva occupato il primo posto; il giorno in cui Carlo Alberto si appigliò alla risoluzione magnanima, fu gioia indescrivibile da un capo all’altro d’Italia, poiché tutti o per istinto o per ragionamento sentirono e compresero che finalmente la causa della indipendenza nazionale aveva la sua spada.”
    https://archive.org/stream/bub_gb_lUWVHnrZbpQC#page/n19/mode/2up/search/spada

  2. In primis meglio chiarirsi le idee: i sondaggi servono ma mai al popolo.
    Tuttavia e’ chiaro che si puo’ cadere in tel BARTOEL.
    In secondis stiamo assecondando l’occupante per cui il rischio e’ che se prima avevamo un certo dubbio, sulla validita’ o meno del PLEBISCITO, il 22-10 sara’ un si o un no al risultato del 1866. Vale a dire che si puo’ scrivere: a distanza di 150 circa, vi va bene o no essere sotto il dominio dello stato italiano?
    Quindi il rischio c’e’.
    E’ chiaro e lampante e sapendo come girano le cose qua in questo stivalon del kax, ci si puo’ aspettare di tutto. Veramente di tutto..!
    La regola in vigore qua e che pochissimi conoscono recita:
    PRIMA SI TROVA L’INGANNO, E POI SI FA LA LEGGE.
    E, siccome UN RE NON SI FARA’ MAI E POI MAI UNA LEGGE CONTRO… l’occupante ha acconsentito perche’?
    Perche’ comunque vada lui e’ e rimarra’ l’ OCCUPANTE e non deve temere nulla in qualsiasi caso di “vittoria” del SI o del NO.
    Ririricordo ai piu’ distratti, he lo staro italia e’ uno stato komunista.
    Lasciate stare che sulla karta piu’ bella del mondo sia scritto: l’italia e’ una repubblica democratica e ecc….
    Se fosse democratica veramente ci sarebbe gia’ una sorta di GIUSTIZIA SOCIALE, invece..?
    Basti osservare a come e’ distribuito il reddito.
    A me sembra una DITTATURA con la maschera da “PRETE FALSO”.
    La conferma, se per caso a qualcuno serve, arriva dlle IPERSUPERPAGHE e o relative pensioni dette d’oro ma ce ne sono anche di PLATINO.
    Solo un fatto sara’ piu’ o meno a FAVORE DEL POPOLO VENETO (a parte che voteranno anche invasori del passato ormai qui residenti): l’affluenza al voto.
    Se li saremmo pochini, cari fratelli veneti (etno veneti), per molti secoli l’OCCUPANTE AVRA’ CARTA BIANCA, NEL PRETENDERE OLTRE LA LANA E LA PELLE ANCHE LA CARNE NOSTRA. IN CONCLUSIONE SAREMMO “PADRONI” SOLO (in comodato d’uso) dico “PADRONI”, DELLE NOSTRE OSSA.
    Noi veneti siamo come in un campo di concentramento tedesco (seconda guerra mondiale docet): siamo prigionieri dei tedeschi ma li assecondiamo amministrandoci. Per noi e’ ome essere “liberi”. Ovviamente i capi amministrativi, eletti dai prigionieri, non sono altro che i famosi KAPO’. A volte piu’ duri dei tedeschi stessi.
    Ovviamente, vanno oltre la severita’ per renderli felici e contenti di avere dei LIGI KAPO’ al loro SERVIZIO..!
    Pensate che LAVATA DI CRANIO CI HANNO FATTO PER CREDERE DI ESSERE LIBERI in questo stato cosiddetto democratico.
    Qualche sonnambulo dira’:
    ma ci fanno votare, piu’ liberi di cosi’..?
    Bene cari compagni trikoloriti, ne vedremo proprio una delle tante di BELLE..!!
    Sim sala bim… diceva Silvan per far sparire il coniglio.

  3. Non basta. Occorre almeno l’80% per dimostrare di avere usato il Megafono correttamente. Con il 60%, Roma si mette a ridere. Dovremmo ricominciare tutto da zero: altroche’ Autonomia, figuriamoci l’Indipendenza!

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