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Renzi, il protettore dei correntisti… coi soldi degli altri!

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renzidi MATTEO CORSINI

“A me interessa proteggere il correntista e il risparmiatore. Devono sapere che in Italia c’รจ un governo che si occupa di loro, non delle poltrone dei consigli di amministrazione delle banche come accaduto troppo spesso in passato. Poi se le banche finalmente si ripuliscono dai deteriorati, beh, quella diventa oggettivamente la misura di crescita economica piรน forte perchรฉ significa recuperare credito da dare ai piccoli imprenditori, agli artigiani, alle famiglie”.ย Questo ha dichiarato Matteo Renzi, tra le tante altre cose, in una lunga intervista a Repubblica. Dunque, il governo si erge a protettore di correntisti e risparmiatori. Eโ€™ comprensibile che Renzi cerchi di farlo credere, ma ciรฒ non corrisponde al vero.

Innanzi tutto, non puรฒ dirsi che la gestione della crisi delle quattro banche sottoposte a procedura di risoluzione lo scorso novembre sia stata ineccepibile, anche da parte del governo. Il negoziato con la Commissione Ue fu per lo meno deludente (per non dire fallimentare), il che portรฒ a una lievitazione del costo fino a 3.6 miliardi, in gran parte a carico delle restanti banche, oltre che di azionisti e obbligazionisti subordinati delle banche risolte (peraltro il conto รจ destinato a salire con la piรน che probabile minusvalenza che verrร  realizzata dalla vendita delle quattro โ€œgood bankโ€).

Il governo si affrettรฒ a dire che gli obbligazionisti subordinati sarebbero stati indennizzati in tempi rapidi, ma dopo otto mesi รจ stata a malapena determinata la modalitร  per ottenere un indennizzo forfetario fino allโ€™80% (soggetto a condizioni di reddito e patrimonio dellโ€™investitore), mentre manca la disciplina della procedura arbitrale alternativa. In questo modo, i diretti interessati non hanno tutti gli elementi necessari per decidere quale alternativa scegliere.ย Oltre tutto, anche in questo caso il costo degli indennizzi ricadrร  sul sistema bancario, quindi indirettamente su azionisti e clienti delle banche sane (o meno malate).

Quanto al credito, la sua espansione ben superiore alla crescita del Pil negli anni precedenti la crisi dovrebbe far riflettere sulla desiderabilitร  di una ripresa dei prestiti in grande stile. Eโ€™ indubbiamente vero che una parte del problema dei crediti deteriorati รจ attribuibile a errori (o peggio) delle banche, ma quando il credito cresce a un multiplo del Pil prima o poi i nodi arrivano al pettine. E quando il credito cresce sono tutti felici e contenti, a partire dai governi.

Fatto 100 i livelli di fino 1999, nel 2011 il Pil nominale era arrivato a 140, mentre il credito a 195. Oggi il Pil nominale รจ tornato ai livelli del 2011 (รจ inferiore in termini reali), mentre il credito si รจ ridotto a circa 184 (sempre fatto 100 il livello di fine 1999). Si tratta di una correzione inevitabile, e probabilmente insufficiente, ancorchรฉ non sia politicamente bello da dire.ย Ma Renzi รจ andato oltre, e allโ€™intervistatore che gli faceva notare i dubbi sollevati dalla Corte dei Conti sul ruolo assunto dalla cassa Depositi e Prestiti in diverse vicende (dai salvataggi bancari allโ€™Ilva), ha affermato:ย โ€œRispetto la Corte dei Conti, ma la realtร  รจ un’altra. Cdp si sta muovendo in totale ossequio alle leggi italiane e alle regole europee. Il fatto che possa dare una mano, oggi in Atlante o domani in Ilva, รจ a sostegno dell’economia reale del Paese. Ed รจ totalmente in linea con la missione della Cassa. A ciascuno il suo: cosa fa la Cassa lo decidono i soci e le leggi, non la Corte dei Conti.โ€

Ora, che lโ€™operato della Cdp sia deciso dai soci e dalle leggi non รจ in discussione, ma che le leggi siano ormai quasi tutte di iniziativa governativa e che il governo, tramite il ministero dellโ€™Economia e delle Finanze, sia azionista allโ€™80% di Cdp รจ altrettanto indiscutibile.ย Quindi, di fatto, le scelte di Cdp sono decise dal Tesoro, ancorchรฉ formalmente deliberate dal CdA della Cdp stessa. Capisco che Renzi sia indispettito dalle osservazioni della Corte dei Conti, ma la realtร  รจ quella.

 

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1 COMMENT

  1. In italia il risparmio in ogni sua forma, mobile o immobile, รจ stato oggetto di interesse governativo solo ed unicamente per fotterlo.
    Esso รจ una riserva di caccia per il principe.
    Renzi non sa dove si inizi nella tutela del risparmio.
    Egli dร  solo aria a corde vocali scollegate dai centri di fonazione nel tronco cerebrale.
    I suoi amici banchieri centrali si lamentano, addirittura, perchรฉ ci sarebbe troppo risparmio inutilizzato e questo danneggerebbe la ripresa economica perchรฉ la gente non spende.
    Noi sappiamo che quest’ultimo risparmio non รจ quello sano, vero, derivante da lavoro e dalla produzione.
    Perรฒ questo atteggiamento dร  l’esatta misura di cosa pensi il potere del risparmio.
    Il risparmio, secondo loro รจ un gravame ed andrebbe speso.
    In alternativa, รจ un bene che lo stato se ne appropri per vie fiscali per poi spenderlo male , sempre nel tentativo di avviare la ripresa.
    In entrambi i casi se ne auspica la riduzione, o per via diretta con la gente che lo deve spendere, o tramite lo stato che se lo prende con le tasse per poi dotare i suoi centri di spesa come la Cdp affinchรฉ intervengano sul mercato.

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