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Niente indipendenza in Nuova Caledonia: i secessionisti non vanno a votare

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di REDAZIONE

Nel terzo referendum sull’autodeterminazione della Nuova Caledonia, vince ancora il no all’indipendenza dalla Francia con il 96,4% delle preferenze. Una vittoria segnata da un alto tasso di astensione.

I due precedenti sondaggi del 4 novembre 2018 e del 4 ottobre 2020, organizzati nell’ambito del processo di decolonizzazione avviato con l’accordo di Noumea, sono stati vinti dai filofrancesi con il 56,7% e il 53,3% dei voti.

Questa volta, il partito pro-indipendenza ha deciso di non partecipare al voto, citando l’impossibilità di organizzare “una campagna equa” in un momento in cui l’arcipelago è colpito dall’epidemia di Covid-19 da settembre, e la popolazione Kanak è in lutto.

Il FLNKS e tutti i nazionalisti sembrano aver seguito alla lettera l’invito a non partecipare, vista il crollo dell’affluenza sotto il 45%, in caduta libera rispetto ai precedenti referendum dove si attestava alla stessa ora al 73,68% per la prima consultazione del 2018, e al 79,63% nel 2020.

Il terzo referendum: Nel territorio francese d’oltremare, che si trova a circa 2.000 km a est dell’Australia, da circa trent’anni è in corso un conflitto politico legato alla possibilità di rivendicare l’indipendenza.

Gli iscritti nelle liste elettorali di questo arcipelago che dista 24 ore di aereo dalla Francia dovevano rispondere alla domanda: “Volete che la Nuova Caledonia acceda alla piena sovranità e diventi indipendente?”. Si tratta della terza consultazione dopo quelle del 2018 e del 2020, sempre sulla stessa questione.

Nel 2018 il “no” aveva vinto con il 56,7%; 2 anni più tardi con il 53,3%. La terza data era stata fissata durante un incontro a Parigi a cui, però, già una parte degli indipendentisti aveva rifiutato di partecipare.

Gli aventi diritto al voto erano 185mila, su 270mila abitanti: solo gli autoctoni sono iscritti d’ufficio mentre gli altri abitanti, che possono essere alla quinta-sesta generazione, acquisiscono il diritto di votare dopo almeno 20 anni di residenza.

Il fronte indipendentista – che si divide tra ‘Flnks’ e il più estremo ‘Palika’ – ha chiesto più volte negli ultimi tempo agli elettori di non partecipare al voto denunciando di non aver potuto fare una campagna adeguata in piena crisi covid-19.

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