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Ecco il 187° segnale della ripresa: schizzati i costi per la raccolta rifiuti

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rifiutidi LUIGI CORTINOVIS

No, perché senza il servizio pubblico, chi li raccoglierebbe i rifiuti… a peso d’oro? Sì, titola così la Cgia di Mestre, “rifiuti a peso d’oro”, che analizzando il costo del servizio di nettezza urbana, snocciola qualche cifra.

Tra il 2010 e il 2015 una famiglia con 4 componenti che vive in un casa da 120 mq ha subìto un aumento della tassa rifiuti del 25,5%, pari a 75 euro in più, e quest’anno dovrà versare al proprio Comune 368 euro di Tari. A rilevarlo è uno studio della Cgia di Mestre, secondo cui per le attività economiche va anche peggio, con un rincaro medio del 47,4%, (+1.414 euro). Una famiglia di 3 componenti, che abita in un appartamento da 100 mq, secondo la Cgia, ha invece subito un aumento del 23,5% (+57 euro). Nel 2015 dovrà versare quasi 300 euro. Un nucleo di 3 persone che risiede in un’abitazione da 80 mq, invece, ha dovuto pagare il 18,2% in più (+35 euro). In questo caso, l’importo complessivo che dovrà pagare per i rifiuti sarà pari a poco più di 227 euro.

Per le attività economiche, le cose sono andate anche peggio. Nonostante la forte riduzione del giro d’affari, ristoranti, pizzerie e pub con una superficie di 200 mq hanno subito un incremento medio del prelievo del 47,4%, pari, in termini assoluti, a +1.414 euro. Un negozio di ortofrutta di 70 mq, invece, ha registrato un incremento del 42% (+ 560 euro), mentre un bar di 60 mq ha dovuto versare il 35,2% in più, pari ad un aggravio di 272 euro. Più contenuto, ma altrettanto pesante, l’aumento subito dal titolare di un negozio di parrucchiere (+23,2%), dai proprietari degli alberghi (+17) e da un carrozziere (+15,8).

Una volta, li chiamavano spazzini, poi, il politicamente corretto, ha deciso che andavano chiamati operatori ecologici. Oggi, potremmo apostrofarli come “corrieri di preziosi“. Visto il costo…

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