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Giuliano amato presidente, il “vice-ladrone” giusto al posto giusto

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amatodi LEONARDO FACCO

Giuliano Amato, periodicamente, torna a far parlare di sé. Motivo? Il toto-presidente della Repubblica, apertosi dopo le dimissioni di Napolitano che, giusto per non dimenticare, è colui che ha nominato l’ex braccio destro di Bettino Craxi a giudice della Consulta. 

Il bandito Giuliano è una rara specie di parassita di Stato. Un fenomeno nel suo genere. E se è vero, come è vero, che lo “Stato è un gruppo di predatori”, Amato è di una voracità senza eguali, considerato che si porta a casa 31.000 euro di pensione al mese (dopo le polemiche che lo investirono un paio d’anni fa, decise di dare in beneficienza i 9000 euro di vitalizio da parlamentare, 5 legislature). Tutto questo, senza aver mai versato (come da peculiarità dei dipendenti pubblici) una cippa di tasse.  E’ sempre stato incistato con i peggio poteri del “Belpaese”. Qualcuno di voi si chiederà perplesso: perché mai bandito? Perché il dottor Sottile è l’uomo che detiene il record mondiale di rapine in una sola notte: nel 1992, entrò contemporaneamente in tutte le banche italiane, ed in tutti i conti correnti, per derubare chiunque del 6 per mille dei risparmi accumulati. Indimenticabile! Praticamente, il ladrocinio del secolo! Non credo che la storia abbia mai conosciuto un mariuolo con tali capacità estorsive.

La sua vocazione a fottere i denari dei contribuenti è cristallina, congenita. Qualche anno fa, con Berlusconi al governo (oggi il cavaliere è il suo sponsor), con l’Italia in piena crisi e sotto attacco per via di conti pubblici alla greca, l’immarcescibile brigante di Stato lanciò, dalle pagine del Corriere della Sera, l’idea di una patrimoniale da 30.000 euro a testa. Sostenne, più o meno, quanto segue: dato che gli abitanti di questa landa subsahariana hanno un sacco di soldi accumulati (liquidi, in immobili, in titoli, in azioni) un prelievo sostanzioso avrebbe riportato il debito pubblico dal 110% all’80% rispetto al P.I.L., il che avrebbe a sua volta permesso ai governi di ricominciare a spendere e spandere in tutte quelle cazzate che chiamano “servizi pubblici”. Non a caso, durante la crisi del governo Berlusconi il suo nome tornò ad essere tra quelli papabili per sedere sullo scranno di primo ministro. La disgrazia non s’avverò per un pelo, ma in sua vece arrivò un’altra piaga d’Egitto, Mario Monti.

Noi umani, per le “menti fini” come quelle dell’odioso Giuliano Amato, cresciuto nel Partito Socialista, più che cittadini siamo considerati alla stregua di prolet, anzi carne da macello. Per tratteggiarlo meglio, mi tornano alla mente le parole di Margareth Thatcher: “Alcuni socialisti sembrano credere che le persone siano come numeri inseriti in un computer statale”. Giancarlo Perna dice di lui: ““La sua strada è costellata anche di inquietanti bugie e odiosi voltafaccia”. Un italiano vero insomma!

Quest’uomo, che in carriera ha poggiato le terga su più poltrone di Sabrina Ferilli (testimonial di una ditta di Sofà), è stato pizzicato al telefono con Mussari (il capataz della fallitissima MPS) a chiedere la sponsorizzazione della banca senese per il torneo di tennis di Orbetello organizzato da lui e dalla sua congrega. Ovviamente, mica “gratis et amore dei”; in cambio sarebbe arrivata una sua buona parola di appoggio per Mussari all’Abi.

Giuliano Cazzola, a suo tempo, prese le difese di Amato, attaccato dai parlamentari del M5S , per via della nomina a giudice della Corte Costituzionale (quella che tre giorni fa ha bocciato il referendum sulla Legge Fornero). Sbraitò con veemenza: Ma come si permette di insultare Amato un branco di cialtroni, ignoranti di storia patria, indeboliti dalle masturbazioni via web e divenuti parlamentari per una beffa del destino?”. Una vera e propria (super)Cazzola con scappellamento a destra. Eppure Bobo Craxi – capita anche a lui di dirne una giusta ogni tanto – sul signor Giuliano Amato ha asserito: Se papà era il capo dei ladri, Amato era il vice-ladrone”“Vice”, peraltro, lo è diventato dopo aver militato nel PSIUP. Quando Bettino (noto anche come il cinghialone) divenne segretario del Psi, scrisse ai suoi amici Bassanini e Rodotà quanto segue: “Piuttosto che fare politica con questi cravattari sarebbe meglio ritirarsi a vita privata”. 

Un vero “uomo di Stato” no? Giuliano Amato è unico. E dato che quello italiano (di cui peraltro mi vanto di non appartenere) è un popolo di dissociati politici, nessuno è meglio di lui per rappresentarli. A proposito di unici, chioso con Max Stirner: “Non si può pretendere da un politico di cambiare, sarebbe come chiedere a un ladro di non rubare”. It’s italian style! The real shit-style!

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4 COMMENTS

  1. Un personaggio che, per quanto uno si sforzi di definire, è inqualificabile.
    Io ricordo a tutti che l’Isi, madre dell’Ici, poi Imu, etc,etc, venne escogitata ed introdotta da amato.
    Un furto a brevissimo, il prelievo sui conti.
    Un furto perpetuo, la patrimoniale sul patrimonio immobiliare della gente.

    Provvedimenti sulla spesa pubblica e sul debito, poco o niente nella direzione del buonsenso, tanto nella direzione della marcescenza .

    Un eventuale presidente della repubblica, anche se me ne fotto della repubblica e delle cariche inerenti, mi pare una porcheria nella porcheria.

  2. Leo, ti ricordo che Amato non solo ha rubato il 6 per mille dai conti, ma ha ritardato di 5 anni la pensione a tante persone, mia madre compresa, la stessa cosa che ha fatto la fornero, ma allora i giornali e le tv non hanno fatto neppure tante storie…

  3. Ritratto perfetto di un topo di fogna, che ha passato tutta la vita ad accaparrarsi quantità immense di denaro “pubblico” estorto ai ceti produttivi privati attraverso furti e rapine di vario genere. Un miserabile parassita.

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