giovedì, Aprile 25, 2024
14.3 C
Milano

Fondatori: Gilberto Oneto, Leonardo Facco, Gianluca Marchi

Odiano il contante, ecco la tassa per chi lo deposita in banca

Da leggere

BANCAdi REDAZIONE

Ed eccola la genialata per stroncare l’uso di uno dei pochissimi presidi di libertà che ancora esiste in Italia: il denaro contante.

Si tratta di questo, una bella tassa sui depositi in banca del contante sopra i 200€. Un pizzo da pagare allo stato il cui target principale sono i commercianti e i professionisti i quali sarebbero incentivati a costringere i propri clienti a “passare” alla moneta elettronica tracciabile.

E tutti voi volete in grande maggioranza essere tracciati, anzi in particolare che siano tracciati i vostri vicini. E ve lo meriterete!

Avrete esattamente quello che chiedete.

Non mi stupirei poi se oltre ad una tassa sui depositi, venisse istituita anche una tassa sui ritiri in contante dai bancomat. Perchè no.

Lotta dura senza paura al contante.

Noi su RC tutto quello che avevamo da dire sul Denaro Contante lo abbiamo fatto con:Contante Libero  raccogliendo in oltre un anno la miseria di 14.673 firme, e dunque prendiamo atto della volontà degli italiani di passare alla moneta tracciata e “trasparente”

Quindi, preparatevi, siate consapevoli, siate preparati e fate le valige.

p.s. in Germania, siccome sono stupidi, non ci pensano neppure a eliminare il contante.

da La Legge per Tutti

Addio allo scontrino di carta e massima tracciabilità dei mezzi di pagamento: per dare la caccia ai furbetti arriva l’imposta di bollo sui versamenti superiori a 200 euro. (p.s. i furbetti più furbetti sono già emigrati… n.d. fk)

Guerra ai contanti: lo giura il Governo che sta per introdurre un’imposta di bolloproporzionale ai versamenti giornalieri in banca superiori ai 200 euro. Così, per esempio, il commerciante che depositerà, sul proprio conto corrente, il denaro derivante dalle vendite del giorno, e questo supererà la soglia di 200 euro, sarà “super tassato” dallo Stato. Una misura che, insieme all’introduzione degli scontrini e ricevute digitali e allafatturazione elettronica tra privati, mira a garantire la massima tracciabilità dei pagamenti e a favorire l’addio definitivo al contante.

Una misura che “farà bene” non solo allo Stato, ma anche alle casse delle banche, che potranno così vedere crescere i propri utili sulle operazioni di accredito elettronico e allo stesso tempo vedranno ridursi i costi di gestione del contante, ad oggi di circa 5 miliardi.

Le altre misure

Entro il 2017, commercianti, artigiani e professionisti saranno tenuti alla memorizzazione e alla trasmissione telematica al fisco di tutti i corrispettivi giornalieri. In questo modo si abbandonerà per sempre lo storio “scontrino di carta”. L’obbligo riguarderà anche i supermercati, ipermercati, discount, tutti i soggetti che oggi sono sul mercato con i distributori automatici.

La trasmissione telematica potrà avvenire tanto con nuovi registratori di cassa, quanto con strumenti più “leggeri” come smartphone e tablet.

Verrà rafforzato l’uso del Pos (il dispositivo elettronico per i pagamenti con bancomat e carta di credito).

Chi sosterrà le spese relative all’ammodernamento tecnologico dei propri sistemi di pagamento potrà usufruire di un credito di imposta (soprattutto i soggetti più piccoli come i commercianti al minuto).

Tutti i dati finiranno nel cassetto fiscale del contribuente il quale potrà rendersi conto in ogni momento della sua posizione nei confronti del fisco.

Professionisti inclusi nella riforma

L’obbligo della comunicazione telematica delle vendite riguarderà anche le fattureemesse dai professionisti.

Difatti, il secondo pilastro della riforma per stanare gli evasori riguarderà l’obbligo – anch’esso a partire dal 2017 – di trasmettere i dati delle fatture emesse e di quellerettificative, nonché delle fatture ricevute direttamente alle Entrate. Il tutto mantenendo nella propria contabilità tutte le transazioni finanziarie con soggetti non residenti di importi pari o superiori a mille euro.

Insomma, esisteranno solo fatture digitali o, come sono state ribattezzate, “e-fatture”.

Una lotta all’evasione senza quartiere, quindi, che consentirà di incrociare i dati derivanti dalla fatturazione elettronica con le informazioni già disponibili nell’anagrafe tributariae in quella dei conti correnti così da poter effettuare analisi di rischio mirate sugli evasori.

TRATTO DA RISCHIOCALCOLATO

Correlati

2 COMMENTS

  1. Facciamo delle semplici considerazioni, anche in base a quello che si sente dalla gente:

    1) ormai, chi produce ricchezza (leggi lavoratori autonomi, commercianti, industriali, ecc.), grazie ad una martellante e pervasiva pubblicità, viene visto come “il problema” per evasione, corruzione e chi più ne ha, più ne metta

    2) la popolazione italiana, tolti gli immigrati più o meno legali, è costituita in gran parte da pensionati, dipendenti pubblici, parassiti vari, attaccati a politici e compagnia bella, tutta gente che non sa cosa vuol dire fare impresa oggi e, anche sapendolo, si guarda bene dal cercare di cambiare quello che gli dà da mangiare

    3) molti si informano solo tramite i media “ufficiali e omologati”, quindi la realtà la vedono come riflessa su un vetro smerigliato

    4) l’italiano medio è afflitto da invidia, quindi accetterà volentieri le limitazioni, purché queste producano danni al suo vicino

    Tutto questo per affermare che sì, lo faranno e staremo ancora una volta solo a lamentarci nei bar e sui blog.

    (cit. Giuliano D’ambrosi)

  2. E’ una cosa intollerabile.
    Per le persone avvedute non cambia un tubo.
    E’ un formidabile incentivo al fai da te .
    Una specie di atto fondativo dell’economia libera parallela.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Articoli recenti