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Per un veneto indipendente va combattuto l’italiota opportunista

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chiavegatothienedi LUCIO CHIAVEGATO

Permettetemi di partire dalla definizione di ITALIOTAIndividuo di provenienza diversa nord sud isole comprese, di estrazione politica varia, dx sx centro, che sponsorizza l’unità di taglia ed avversa in tutte le maniere l’indipendenza del proprio popolo al fine di conservare i propri privilegi acquisiti e di continuare a sfruttare il lavoro altrui per scopi privati.

Detto questo ora analizziamo la situazione Veneta. Una regione italiana che, malgrado la crisi, il centralismo romano e la politica italiota è riuscita a distinguersi per capacità produttive, benessere sociale e alla competizione economica.

Gli ultimi scandali del Mose hanno portato a galla ciò che molti non volevano vedere e hanno fatto capire che anche nella nostra terra la politica del compromesso e del malaffare, legato agli appalti e alla politica, caratteristica tutta itagliana, ha ormai messo radici salde nella società Veneta. Diciamo che si sapeva e che molti, per opportunità di vantaggi personali e politici, hanno sempre taciuto. Si fa prima dare le colpe agli altri che combattere le proprie!

Naturalmente non è solo il Mose ma ci sono tante altre situazioni meno importanti che caratterizzano questa lenta assimililazione del sistema itagliano che inevitabilmente porta alla distruzione di quei valori che per anni abbiamo coltivato grazie ai 1.200 anni di storia della Serenissima. Si è in corso una italianizzazione dei nostri usi e costumi. Tutto ciò non è un caso ma un progetto ben definito di lenta invasione, oltre che geografica, anche sociale.

Ecco quindi il fulcro del mio discorso. Secondo voi, gli italioti che stanno in Veneto e a Roma, assisteranno incuranti al processo di indipendenza in corso nella nostra regione? Secondo voi cosa avranno in mente? Perché vi pongo queste domande? Per un semplice motivo.  Non basta lamentarsi del proprio occupante e continuare a deriderlo per i mille motivi validi che ci offre tutti i giorni, ma va studiato e vanno prevenute le mosse che andrà a fare.

Ecco quindi cosa io vedo nel prossimo futuro e vi prego di dire la vostra opinione. La itaglia (in questo caso ci i vertici delle istituzioni occupanti e gli ascari di italioti veneti) sta già procedendo a preparare le difese alla richiesta di indipendenza che è sempre più forte dai Veneti.

Le strategie italiche io le ho analizzate e vedo che si stanno muovendo in questa direzione: quando il Veneto diventerà indipendente dovrà essere povero e con gravi danni al tessuto produttivo e sociale per meglio controllarlo. Certo, io credo che la distruzione demenziale messa in atto dagli occupanti sia una tattica prevista da anni! Se ci pensate vi accorgerete che gli ultimi 3 governi nominati hanno lavorato solo per distruggere. Hanno infierito sulle piccole aziende, colpito i risparmiatori e perseguito la politica dell’invasione di prodotti esteri e di immigrazione fuori controllo al fine di creare caos economico e sociale.

RENZIMAGOE quale regione sta soffrendo di più? Quale regione aveva il tessuto economico sociale fatto da migliaia di micro e piccole aziende fuori controllo dai collaborazionisti dei governi centrali? Per collaborazionisti intendo sindacati triplice e associazioni di categoria in primis konfindustria. Che dire poi della scriteriata politica di immigrazione messa in atto in questi ultimi anni? Ora provate a mettere insieme i vari elementi. Disastro sociale, disastro economico, disastro politico.

Dall’altra parte richiesta di indipendenza in vari modi, referendum, manifestazioni di piazza, e percorso politico partitico…

La mossa finale, sapendo che c’è in atto questo fermento , sarà questa. Quando arriveremo alla fase ultima decisionale del SI o NO all’indipendenza il Veneto sarà un campo di battaglia con morti suicidi, disperati senza lavoro, problemi di ordine pubblico e mancanza di futuro con conseguente emigrazione dei giovani, ed allora sarà gioco facile offrire la mano romana.

Vedo nell’ebetino proprio questo. Il salvatore. Offrirà un po’ di false promesse, di piccoli miglioramenti per comperare facilmente il consenso dei disperati che si faranno abbindolare per l’ennesima volta, MAGARI OFFRENDO UN PO’ DI AUTONOMIA come soluzione di tutti i mali o magari propagandando il fatto che stare uniti è avere forza di trattativa… Offrire un po’ di morfina al malato terminale che soffre …chi ti dirà di no?

Quindi cari Veneti, lottare in tutte le direzioni, in tutte le maniere al fine di salvare il salvabile è doveroso per tutti.

Ecco quindi il perché della definizione di italiota. Il nemico non è solo a Roma o al sud, come detto per tanti anni, ma lo abbiamo in casa. Burocrati romani e veneti, parassiti italici e veneti, persone che vivono del sistema marcio, legati a filo diretto con i politicanti veneti venduti, industriali ed agricoltori latifondisti che hanno arricchito i propri conti all’estero grazie a piogge di contributi sociali che hanno fatto felici loro e i sindacati che hanno a loro volta creato la loro casta di fannulloni e si sono creati il gregge votante da scambiare con i vari partiti di riferimento, Associazioni no profit (?) che hanno inserito i loro tentacoli in tutti i settori acquisendo privilegi infiniti. Il nemico non è solo il “comunista” (che mai è esistito in itaglia) , ma è presente in tutti i partiti che hanno malgovernato la nostra regione per anni. La lista è lunga e questi parassiti faranno di tutto per evitare il cambiamento. Pensate a quante persone conoscete che prendono uno stipendio senza nulla produrre. E quante indirettamente gestite ai politicanti dei comuni, ex province e regioni? Tutti meridionali? Qualche veneto? Tutti comunisti o qualcuno iscritto pure a PDL, NCD, UDC, LEGA?

Per questo dobbiamo combattere. Come ho sempre detto io ed il mio gruppo appoggeremo qualsiasi iniziativa volta al raggiungimento della nostra libertà ma altresì non ci faremo trovare impreparati alle votazioni regionali del 2015 e certamente mi auguro che non ci si arrivi nemmeno ma è meglio prevenire che correre con l’affanno. Il messaggio ora che dobbiamo portare ai Veneti e svegliarli da loro torpore è di non farsi illudere dalle false promesse dell’ebetino di turno, messo li apposta per intorbidire le acque e per portare false speranze che mai potrà mantenere.

Il Veneto deve diventare indipendente altrimenti sarà veramente la nostra fine. Senza capacità produttiva, invasi da immigrati che porteranno solo problemi sociali e costi da riversare sulla collettività, saremo facile preda per chi proporrà qualsiasi piccolo miglioramento. Ora dobbiamo unire tutte le forze e smetterla di fare le guerre di quartiere. Occorre l’apporto di tutti altrimenti ne usciremo sconfitti.

Si faccia finalmente questo tavolo di tutti i gruppi Veneti al fine di condividere i propri percorsi e di batterli tutti. Non sarà certamente attraverso iniziative di bandiera circoscritte a qualche paese che raggiungeremo tutti i Veneti. I mezzi di informazione ci hanno sempre sabotato e di sicuro non ci daranno una mano le TV nazionali itagliane o i giornali in mano a chi non vuole l’indipendenza. Uniamo le forze e tutti i nostri volontari presenti sul territorio, solo così raggiungeremo il nostro obbiettivo.

WSM

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2 COMMENTS

  1. … e soprattutto lontani dalle organizzazioni internazionali come NATO, ONU e FMI sono organi che hanno dato il “la” a questa politica che ci ha ridotti in mutande.

  2. Italioti mi piace anche perché è bella la rima in ..ioti.
    Riassume i termini coloni italiani (quelli mandati qui a sfruttare e comandare), immigrati italiani (quelli temporanei, spesso impiegati statali, ambedue i gruppi manco si sognano di integrarsi e conoscere la nostra cultura e lingua anzi ci impongono la loro per comodità, altrimenti che colonizzatori sarebbero..) e Quisling, i traditori nostrani che vendono la nostra terra per un piatto di lenticchie (più qualche yacht, fuoriserie e ville…).
    Abbiamo quindi lavoratori italiani che lavorano, sono integrati, ormai non riuscirebbero più a vivere in italia e sono ben accetti e gli italioti. Mi pare evidente, vista la densità di popolazione al chilometro quadrato, lo sfruttamento del territorio e la disoccupazione che all’indomani dell’indipendenza gli italioti la cittadinanza se la possono scordare, che vadano a vivere nella loro ben amata italia.

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