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Lombardia, bene l’approvazione del referendum sull’autonomia

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L’annuncio ufficioso era stato dato domenica 25 gennaio a Monza, direttamente dai consiglieri Cecchetti, Romeo e Galli, durante il laboratorio politico “2015: siamo speciali”, organizzato dal Collettivo Avanti.

E puntualmente ieri la Commissione Affari Istituzionali della Lombardia ha approvato la proposta di legge sull’indizione di un referendum sull’autonomia, da tenersi entro l’anno. Ora non resta che il passaggio definitivo in Consiglio Regionale: l’approvazione del testo della legge, nella seduta del 17 febbraio, da parte dei due terzi dei consiglieri.

Il Collettivo Avanti accoglie la notizia con estremo favore.

Nel 2014 la nostra azione è stata rivolta a diffondere l’idea di una Repubblica Lombarda indipendente. Abbiamo portato questo messaggio tra la gente e nelle istituzioni. Questo primo atto della Regione non può quindi che farci molto piacere. Si tratta di un passo importante, il primo passo di un percorso complesso ma necessario, per esercitare l’autogoverno e per arrivare progressivamente all’indipendenza che la Lombardia merita. Ciò che conta, oggi, è che un organo istituzionale della Regione Lombardia abbia affrontato il tema del diritto di decidere, da parte dei  nostri cittadini, in materia di autogoverno. Proprio questo è l’obiettivo della proposta referendaria: oltrepassare le divisioni partitiche (e in tal senso l’astensione del Movimento Cinque Stelle è un segnale sostanzialmente positivo) per arrivare a un quesito che sia frutto, sì, di un compromesso, ma con l’obiettivo finale di ascoltare la popolazione.

Spiace che, invece, il Partito Democratico Lombardo abbia votato contro. E’ triste vedere che quello che potrebbe essere una spina (lombarda) nel fianco di un’attività di governo sempre più centralista, si consideri né più né meno di una mera appendice del Partito della Nazione. Dovremmo dedurne che il PD Lombardo non vede la Lombardia come un’entità protagonista di per sé, ma soltanto come una “piccola Italia” in cui riprodurre le dinamiche dei Palazzi romani? Sarebbe inquietante.

Tornando al referendum, la proposta va anche nel segno “sovranista” spiegato dal Collettivo Avanti, durante il laboratorio politico monzese: la consultazione non punta infatti esclusivamente ad acquisire di una ben maggiore autonomia per via istituzionale, ma anche a stimolare una presa di coscienza collettiva, da parte dei cittadini lombardi, in ordine alla condizione di specialità della nostra Regione. Una specialità che ha due facce: siamo ai primi posti in Europa per produttività, per innovazione e per capacità di attrarre e integrare, ma siamo anche i più tassati e i più sfruttati. E’ tempo di alzarci in piedi, rivendicando i nostri enormi pregi e spezzando la sudditanza verso uno stato lontano e predatore. 

Dobbiamo darci da fare: il referendum sull’autonomia è un modo utile per portare nelle strade, nelle piazze, nelle città lombarde, il tema cruciale del diritto di voto e, con esso, quello della rapina fiscale (e quindi sociale) ai nostri danni. Cominciamo a costruire un Paese nuovo!

Collettivo Avanti

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